Ricordo accese discussioni svoltesi anni fa' su questa ML ta chi
propendeva, invocava e auspicava che le PA rilasciassero i dati in forma libera e usabile e chi come me era convintamente contrario a questo approccio di rilascio libero indistinto , per qualsiasi uso e a chiunque. Con il tempo si e' visto che ha prevalso in generale la logica del rilascio OpenData (forse non ancora al 100% ma certo per buoni archivi e abbastanza diffusamente a giro per l'Italia). A questo punto, cio' che sarebbe molto interessante capire e' se a qualcuno questi dati sono stati utili per qualche servizio o profitto a valore agginto. Come si ipotizzava che sarebbe potuto succedere con il rilascio degli OpenData. Ovviamente si parla di OpenData geografici. Addirittura ricordo un articolo che ipotizzava che addirittura il rilascio degli OpneData avrebbe potuto far aumentare il PIL. Ricordo anche parecchi dubbi e discussioni accese. Il dubbio che rilasciare dati non perfetti servisse a poco e quindi si doveva fare uno sforzo extra (che vuol dire costi) per renderli potabili e comprensibili a utenti poco avvezzi alle difficolta' e le trappole insite nei dati geografici dai processi piu' disparati e anche molto differenti tra di loro. E ricordo anche i dubbi in merito al rilascio gratuito di tali dati. Cosa che , oltre a impedire a un ente di recuperare parte delle spese sostenute per realizzarli (cosa che forse ora viene anche rimpianta visto che i dati vanno mantenuti e anche cio' costa) avrebbe finito per favorire grossi soggetti di portata internazionale, mentre i soggetti piu' piccoli e locali poco avrebbero avuto da fare con tali dati. Questa e' forse la domanda piu' importante. Preso atto che e' passato del tempo da quanto si invocava il rilascio dei dati in forma di OpenData. Sarebbe sicuramente interessante sapere se lo sforzo che ogni ente deve profondere per rilasciare i dati geografici in forma OpenData ha quantomeno permesso a qualcuno di trarne un profitto come era auspicato all'inizio. Per cui se qualcuno vuole fornire la sua opinione su questo fronte e condividere opinioni , impresioni o esperienze farebbe una cosa buona. Ovviamente non si parla di coloro che hanno tratto beneficio dalla vendita dei servers usati per mettere in linea i servizi di scarico dei dati, la realizzazione di procedure o le consulenze con gli enti che non avendo competenze le hanno dovute reperire sulmercato. Qui interessa sapere se qualcuno e' riuscito a trarre profitto dalla disponibilita' di OpenData geografici. Grazie in partenza a chi vorra' condividere, gia' sapere che vi sia qualcuno sarebbe gia' un successo. :) ----------------- Andrea Peri . . . . . . . . . qwerty àèìòù ----------------- _______________________________________________ [hidden email] http://lists.gfoss.it/cgi-bin/mailman/listinfo/gfoss Questa e' una lista di discussione pubblica aperta a tutti. I messaggi di questa lista non hanno relazione diretta con le posizioni dell'Associazione GFOSS.it. 666+40 iscritti al 5.6.2014 |
Ciao Andrea, Ale Il 21/nov/2014 21:35 "Andrea Peri" <[hidden email]> ha scritto:
Ricordo accese discussioni svoltesi anni fa' su questa ML ta chi _______________________________________________ [hidden email] http://lists.gfoss.it/cgi-bin/mailman/listinfo/gfoss Questa e' una lista di discussione pubblica aperta a tutti. I messaggi di questa lista non hanno relazione diretta con le posizioni dell'Associazione GFOSS.it. 666+40 iscritti al 5.6.2014 |
In reply to this post by Andrea Peri
Grazie del contributo dell articol Alessandro. In effetti denota entusiasmo. Ed è sempre un bene. Ma è anche un articolo molto preciso e mi pare che focalizzi bene alcuni punti. Riassumendo in breve il punto che mi ha colpito l' attenzione: Impressiona la capacità di buttare sul piatto una tale montagna di soldi. Ma come dice il termine startup è un avvio poi la macchina deve proseguire da sé e prosegue solo se gli opendata genereranno valore reale. Per avere queste risposte occorrerà aspettare che i fondi del governo inglese finiscano. Solo a quel punto si saprà se le startup che nel frattempo saranno sorte sapranno sopravvivere con il solo valore generato dagli opendata. Personalmente.non credo ai processi sostenuti artificialmente. Vedi la vicenda gvsig. Credo piuttosto che se uno ha l idea giusta e ha le capacità tecniche parte dal.bassone lentamente riesce a.mettere.insieme.un qualcosa.che se genera valore si auto sostiene e cresce.con il tempo. I finanziamenti pubblici ubriacano fanno perdere di vista la sostenibilità economica di un progetto e finiscono per far nascere cattedrali che poi sono difficili da tenere in piedi quando i finanziamenti terminano. Certo aiutano e innegabile , ma occorre moderatezza e a grandi capacità imprenditoriali per saperne trarre beneficio. A. Il 22/nov/2014 14:00 "Alessandro Sarretta" <[hidden email]> ha scritto:
_______________________________________________ [hidden email] http://lists.gfoss.it/cgi-bin/mailman/listinfo/gfoss Questa e' una lista di discussione pubblica aperta a tutti. I messaggi di questa lista non hanno relazione diretta con le posizioni dell'Associazione GFOSS.it. 666+40 iscritti al 5.6.2014 |
In reply to this post by Alessandro Sarretta
magari centra con la domanda di Andrea... posto un tweet appena arrivato
GuybrushThreepwood @_mightyPirate 9 minHace 9 minutos Mappa della pericolosità sismica del comune di #Firenze, creata con @qgis utilizzando gli #opendata del @comunefi. http://www.geosisma.altervista.org toccherebbe vedere se questi dati sono correlabili con l'andamento del costo al m2 ciao Luigi Pirelli 2014-11-22 14:00 GMT+01:00 Alessandro Sarretta <[hidden email]>: > Ciao Andrea, > io invece in generale vedo sempre positivo il rilascio in open data dei dati > delle PA. > Sul ritorno economico e sociale delle iniziative sugli open data, credo sia > illuminante e ricco di spunti questo recente articolo del nostro amico Napo: > http://www.chefuturo.it/2014/11/vi-racconto-il-summit-mondiale-sugli-open-data-e-perche-liberarli-fa-bene-anche-alleconomia/ > che ringrazio x il resoconto e x l'entusiasmo :-) > > Ale > > Il 21/nov/2014 21:35 "Andrea Peri" <[hidden email]> ha scritto: > >> Ricordo accese discussioni svoltesi anni fa' su questa ML ta chi >> propendeva, invocava e auspicava che le PA rilasciassero i dati in >> forma libera e usabile e chi come me era convintamente contrario a >> questo approccio di rilascio libero indistinto , per qualsiasi uso e a >> chiunque. >> >> Con il tempo si e' visto che ha prevalso in generale la logica del >> rilascio OpenData (forse non ancora al 100% ma certo per buoni archivi >> e abbastanza diffusamente a giro per l'Italia). >> >> A questo punto, cio' che sarebbe molto interessante capire e' se a >> qualcuno questi dati sono stati utili per qualche servizio o profitto >> a valore agginto. Come si ipotizzava che sarebbe potuto succedere con >> il rilascio degli OpenData. >> Ovviamente si parla di OpenData geografici. >> >> Addirittura ricordo un articolo che ipotizzava che addirittura il >> rilascio degli OpneData avrebbe potuto far aumentare il PIL. >> >> Ricordo anche parecchi dubbi e discussioni accese. >> Il dubbio che rilasciare dati non perfetti servisse a poco e quindi si >> doveva fare uno sforzo extra (che vuol dire costi) per renderli >> potabili e comprensibili a utenti poco avvezzi alle difficolta' e le >> trappole insite nei dati geografici dai processi piu' disparati e >> anche molto differenti tra di loro. >> >> E ricordo anche i dubbi in merito al rilascio gratuito di tali dati. >> Cosa che , oltre a impedire a un ente di recuperare parte delle spese >> sostenute per realizzarli (cosa che forse ora viene anche rimpianta >> visto che i dati vanno mantenuti e anche cio' costa) avrebbe finito >> per favorire grossi soggetti di portata internazionale, mentre i >> soggetti piu' piccoli e locali poco avrebbero avuto da fare con tali >> dati. >> >> Questa e' forse la domanda piu' importante. >> >> Preso atto che e' passato del tempo da quanto si invocava il rilascio >> dei dati in forma di OpenData. >> >> Sarebbe sicuramente interessante sapere se lo sforzo che ogni ente >> deve profondere per rilasciare i dati geografici in forma OpenData ha >> quantomeno permesso a qualcuno di trarne un profitto come era >> auspicato all'inizio. >> >> Per cui se qualcuno vuole fornire la sua opinione su questo fronte e >> condividere opinioni , impresioni o esperienze farebbe una cosa buona. >> >> Ovviamente non si parla di coloro che hanno tratto beneficio dalla >> vendita dei servers usati per mettere in linea i servizi di scarico >> dei dati, la realizzazione di procedure o le consulenze con gli enti >> che non avendo competenze le hanno dovute reperire sulmercato. >> >> Qui interessa sapere se qualcuno e' riuscito a trarre profitto dalla >> disponibilita' di OpenData geografici. >> >> Grazie in partenza a chi vorra' condividere, gia' sapere che vi sia >> qualcuno sarebbe gia' un successo. >> :) >> >> >> ----------------- >> Andrea Peri >> . . . . . . . . . >> qwerty àèìòù >> ----------------- >> _______________________________________________ >> [hidden email] >> http://lists.gfoss.it/cgi-bin/mailman/listinfo/gfoss >> Questa e' una lista di discussione pubblica aperta a tutti. >> I messaggi di questa lista non hanno relazione diretta con le posizioni >> dell'Associazione GFOSS.it. >> 666+40 iscritti al 5.6.2014 > > > _______________________________________________ > [hidden email] > http://lists.gfoss.it/cgi-bin/mailman/listinfo/gfoss > Questa e' una lista di discussione pubblica aperta a tutti. > I messaggi di questa lista non hanno relazione diretta con le posizioni > dell'Associazione GFOSS.it. > 666+40 iscritti al 5.6.2014 [hidden email] http://lists.gfoss.it/cgi-bin/mailman/listinfo/gfoss Questa e' una lista di discussione pubblica aperta a tutti. I messaggi di questa lista non hanno relazione diretta con le posizioni dell'Associazione GFOSS.it. 666+40 iscritti al 5.6.2014 |
In reply to this post by Alessandro Sarretta
2014-11-22 14:00 GMT+01:00 Alessandro Sarretta <[hidden email]>:
> Ciao Andrea, > io invece in generale vedo sempre positivo il rilascio in open data dei dati > delle PA. > Sul ritorno economico e sociale delle iniziative sugli open data, credo sia > illuminante e ricco di spunti questo recente articolo del nostro amico Napo: > http://www.chefuturo.it/2014/11/vi-racconto-il-summit-mondiale-sugli-open-data-e-perche-liberarli-fa-bene-anche-alleconomia/ > che ringrazio x il resoconto e x l'entusiasmo :-) Grazie Alessandro Segnalo anche questi articoli dove vengono messi in evidenza alcuni limiti di come ora l'open data èe in Italia per garantire la crescita - http://www.ilsole24ore.com/art/tecnologie/2014-10-26/tutti-falsi-miti-open-data-081243.shtml?uuid=ABP5Du6B - http://de.straba.us/2014/07/28/lo-stato-dellarte-dellopen-goverment-data-in-italia-presentato-a-okfest14/ Rimando poi a opendata500.com dove viene messo in mostra l'impatto dei dati aperti per il mercato usa. Analisi ripresa da data.gov qui http://www.data.gov/impact/ La ricerca di opendata500 è stata ripresa in diversi stati e l'Italia è nel mirino della prossima indagine. Concludo infine che durante il summit a Londra alla domanda "Quale è la categoria di dati che viene più spesso chiesta d'aprire?" La risposta è stata "Everything made by the Ordnance Survey" ovvero tutto ciò che è prodotto dall'ente pubblico dello Stato Britannico incaricato di redigere la cartografia della nazione. _______________________________________________ [hidden email] http://lists.gfoss.it/cgi-bin/mailman/listinfo/gfoss Questa e' una lista di discussione pubblica aperta a tutti. I messaggi di questa lista non hanno relazione diretta con le posizioni dell'Associazione GFOSS.it. 666+40 iscritti al 5.6.2014 |
Administrator
|
In reply to this post by Luigi Pirelli-2
francamente, sfugge il senso di questa pagina. nessun valore aggiunto: shapefile scaricato dal sito opendata di firenze (come correttamente citato) e tematizzato secondo il campo classe. mah... s. |
non entro nel merito della qualita' del dato o della visualizzazione,
entro nel merito di persone che per i fatti loro reimpacchettano dati secondo la utilita' che ci trovano nel visualizzarli... valutare la qualita' non e' oggetto di questo thread. ciao Luigi Pirelli p.s. fortunatamente, il mondo visualizza dati, nonostante noi, piu' che grazie a noi ;) 2014-11-22 18:36 GMT+01:00 stefano campus <[hidden email]>: > Luigi Pirelli-2 wrote >> magari centra con la domanda di Andrea... posto un tweet appena arrivato >> >> GuybrushThreepwood @_mightyPirate 9 minHace 9 minutos >> Mappa della pericolosità sismica del comune di #Firenze, creata con >> @qgis utilizzando gli #opendata del @comunefi. >> http://www.geosisma.altervista.org > > francamente, sfugge il senso di questa pagina. > nessun valore aggiunto: shapefile scaricato dal sito opendata di firenze > (come correttamente citato) e tematizzato secondo il campo classe. > > mah... > > s. > > > > -- > View this message in context: http://gfoss-geographic-free-and-open-source-software-italian-mailing.3056002.n2.nabble.com/OpenData-geografici-casi-di-successo-basati-sul-loro-impiego-cercasi-tp7590583p7590590.html > Sent from the Gfoss -- Geographic Free and Open Source Software - Italian mailing list mailing list archive at Nabble.com. > _______________________________________________ > [hidden email] > http://lists.gfoss.it/cgi-bin/mailman/listinfo/gfoss > Questa e' una lista di discussione pubblica aperta a tutti. > I messaggi di questa lista non hanno relazione diretta con le posizioni dell'Associazione GFOSS.it. > 666+40 iscritti al 5.6.2014 [hidden email] http://lists.gfoss.it/cgi-bin/mailman/listinfo/gfoss Questa e' una lista di discussione pubblica aperta a tutti. I messaggi di questa lista non hanno relazione diretta con le posizioni dell'Associazione GFOSS.it. 666+40 iscritti al 5.6.2014 |
Administrator
|
corretto. ma dato che la "provocazione" di andrea riguardava proprio il valore aggiunto che utenti possono dare a dati open, quella rappresentazione non mi sembra vada verso questa direzione. s. |
Ciao,
mi permetto di richiamare quanto ho raccontato al Gfoss-Day. Il rilascio dei dati della PA risponde ad una serie di direttive europee tutte in qualche modo originate o ispirate alla Convenzione di Aarhus, che vuole un cittadino informato sull'ambiente (inteso come ambiente, territorio, cultura, sociale, ecc.) in cui vive, che possa incidere sulle scelte partecipando ai processi decisionali dalla PA e che possa invocare ed ottenere giustizia (questo aspetto ancora non affrontato da alcuna direttavia né da alcuna norma nazionale: :-(( ) sulle questioni ambientali. Il termine "Open Data" è una moda recente che appiccica un nome anglosassone ad un concetto molto precedente e più chiaro e contestializzato, cercando di prefigurare una connessione logica tra il rilascio del dato pubblico ed una possibile ricaduta positiva sull'economia. E' questo tipo di riscontri che Andrea chiedeva, ma sinceramente la cosa mi incuriosisce poco. Lo stesso contenuto dell'accordo siglato con Osm mette soprattutto in risalto due aspetti: favorire una più ampa diffusione della informazione che la PA raccoglie A VANTAGGIO DELLA SOCIETA' E PER POTER AMMINISTRARE AL MEGLIO LA COSA PUBBLICA, ed aumentare la qualità dei dati presenti in OSM, sostituendo perimetrazioni raccolte in maniera eterogenea da volontari sulla base di ortofoto di multinazionali di cui in alcun modo è documentata la georeferenziazione e la qualità che se ne ottiene digitalizzando su quelle foto. La moda degli Open Data serve ad una marea di persone che su quell'argomento possono riempirsi la bocca (girano già gli esperti di Open Data che si propongono per supportare ed indirizzare le amministrazioni in questa operazione !), alle PA per guadagnare un facile consenso con campagne di comunicazione ed immagine, e come effetto rischiano di produrre maree di DISCARICHE INFORMATICHE in giro per il mondo, che comportano costi inutili sulle PA che le gestiscono, guadagni a fantastici esperti di comunicazione (tweet innanzitutto!), ed aumentano l'entropia del sistema, non favorendo la cernita delle informazioni dalle fetenzie messe da scaricare come zip, csv, ecc. Più correttamente le iniziative sugli Open Data dovrebbero innanzitutto definire delle regole su cosa si pubblica (innanzitutto quello che sta alla base dei processi decisionali, non qualsiasi cosa capiti di trovare su un PC che non abbia al suo interno codici fiscali e numeri telefonici!), poi in parallelo attivare dei percorsi di confronto su quei dati, informazioni, conoscenze per costruire in maniera partecipata (prima ancora che le scelte siano state fatte, dice la Direttiva Europea, in questo tradita dalla legge di recepimento italiana e dalle applicazioni nelle PA), mettendo anche in condizione il cittadino (percorso ancora non definito, come dicevo) di comprendere, arrabbiarsi e richiedere l'intervento della magistratura a fronte di situazioni di degrado e di inquinamento ambientale. La ricaduta positiva sulla crescita economica deve risultare un vantaggio residuale rispetto ai vantaggi sulla crescita sociale, culturale e di consapevolezza, ma ora è purtroppo lo slogan su cui in tanti costruiscono le loro carriere (politiche o di grandi esperti). Ciao, Maurizio Il 22/11/14, stefano campus<[hidden email]> ha scritto: > Luigi Pirelli-2 wrote >> p.s. fortunatamente, il mondo visualizza dati, nonostante noi, piu' >> che grazie a noi ;) > > corretto. > ma dato che la "provocazione" di andrea riguardava proprio il valore > aggiunto che utenti possono dare a dati open, quella rappresentazione non mi > sembra vada verso questa direzione. > > s. > > > > -- > View this message in context: > http://gfoss-geographic-free-and-open-source-software-italian-mailing.3056002.n2.nabble.com/OpenData-geografici-casi-di-successo-basati-sul-loro-impiego-cercasi-tp7590583p7590593.html > Sent from the Gfoss -- Geographic Free and Open Source Software - Italian > mailing list mailing list archive at Nabble.com. > _______________________________________________ > [hidden email] > http://lists.gfoss.it/cgi-bin/mailman/listinfo/gfoss > Questa e' una lista di discussione pubblica aperta a tutti. > I messaggi di questa lista non hanno relazione diretta con le posizioni > dell'Associazione GFOSS.it. > 666+40 iscritti al 5.6.2014 [hidden email] http://lists.gfoss.it/cgi-bin/mailman/listinfo/gfoss Questa e' una lista di discussione pubblica aperta a tutti. I messaggi di questa lista non hanno relazione diretta con le posizioni dell'Associazione GFOSS.it. 666+40 iscritti al 5.6.2014 |
In reply to this post by Andrea Peri
In quanto autore, ti posso garantire che l'aria che si respira all'ODI è quella > Riassumendo in breve il punto che mi ha colpito l' attenzione: Non proprio: > Impressiona la capacità di buttare sul piatto una tale montagna di soldi. Molto ed hanno convinto anche altri visto il progetto ODinE che ha ricevuto 14 milioni dì euro da horizon2020 > Ma come dice il termine startup è un avvio poi la macchina deve proseguire da sé e prosegue solo se gli opendata genereranno valore reale. Concordo e, per generarlo, servono dati tempestivi, primari e completi. > Questo è una cosa che se ho capito bene è ancora da arrivare e il risultato non e ancora certo. Opencorporates è sul mercato da almeno 3 anni > Per avere queste risposte occorrerà aspettare che i fondi del governo inglese finiscano. Solo a quel punto si saprà se le startup che nel frattempo saranno sorte sapranno sopravvivere con il solo valore generato dagli opendata. Gavin Starks (CEO dell'ODI) dichiara che l'investimento del governo sta tornando indietro velocemente. Io Gavin Starks ha lavorao alla Virgin prima di essere CEO dell'ODI > A. _______________________________________________ [hidden email] http://lists.gfoss.it/cgi-bin/mailman/listinfo/gfoss Questa e' una lista di discussione pubblica aperta a tutti. I messaggi di questa lista non hanno relazione diretta con le posizioni dell'Associazione GFOSS.it. 666+40 iscritti al 5.6.2014 |
Grazie dei links,
mi sto studiando la genesi del progetto. Mi pare di capire che comunque un organismo nazionale che ha fatto da catalizzatore del progetto vie' stato. E su un singo progetto (iMove) si è formata una partnership di piu' soggetti. Di cui uno di essi ha il compito di distribuire i servizi a tutti gli altri partner e anche a soggetti esterni. compresi eventuali utilizzatori per altri servizi. Perquesto hanno messo in piedi una API e una infrastruttura di servizio. Sono riuscito a trovare la pagina dei prezzi: https://developer.transportapi.com/pricing Da cui si vede che fino a 30.000 contatti al mese e' gratuita. Oltre ha un set di prezzi decrescente. In fondo alla pagin specificano anche alcune regole su cosa intendono per "singolo contatto". Un privato puo' anche scegliere forme differenti di contratto: piano per contatti e pian per partnership. Venendo alla parte tecnica, piu' interessante per poter capire chentipi di servizi forniscono: Gestione dell'autentificazione sulla piattaforma Informazioni sui BUS (https://developer.transportapi.com/documentation/bus-information) Informazioni sulla metropolitana (https://developer.transportapi.com/documentation/tube-information) Informazioni sul treno (https://developer.transportapi.com/documentation/train-information) Routing multilivello con impiego di piu' mezzi pubblici (https://developer.transportapi.com/documentation/public-journey-planning) Routing multilivello con impiego di mezzi di trasporto privati (https://developer.transportapi.com/documentation/private-journey-planning) E forniscono pure delle widgets per mettere su pagine internet in iframe. https://developer.transportapi.com/documentation/widgets Quindi facilitano in ogni modo l'imiego dei loro servizi, puntando appunto sul servizio. Ovvero sulla fornitura di informazioni sugli orari, percorsi. Ovvio che tutto deve essere organizzato e l'informazione deve pervenire in tempo reale altrimenti tutto questo non serve a niente. Ovviamente cio' che deve essere in temporeale e' l'informazione alfanumerica associata alla compoenente cartografica. Leggi: orari dei mezzi, eventuali strade o percorsi interrotti per eventi improvvisi o programmati. Eventuali cambi di direzione del flusso del traffico. La cartografia di base e' la stessa. Ovviamente deve essere buona, ma qui si lavora sui grafi stradali (forse i civici , ma non e' detto che gli servano) e quindi e' un po' piu' facile (non facile in assoluto, ma un po' meno difficile del resto) . Posso immaginare che alla base ci sia stato un appalto per la gestione del servizio di trasporto pubblico integrato che ha permesso a un soggetto di potersi organizzare e strutturare con delle partnerships che hanno ricvi solo dalla fornitura di questi servizi. Probabilmente questa ditta fornisce servizi alla stessa azienda che gestisce il trasporto vero e proprio. DOpodiche' e' naturale che allarga la base di clienti mettendo a dispsizione delle API facili e rapide da usare. In modo da avere ulteriori clienti. Non solo il soggetto che gestisce il trasporto. Questo direi che e' un buon esempio di come si crea valore mettendo a disposizione servizi. Peccato che non sono riuscito a trovare alcuna pagina che parla di fatturato della ditta. Pero' e' evidente che il fatturato deriva primariamente dal contratto con i gestori dei servizi pubblici (non so' se metro, treni , trasporti su gomma) sono gestiti da uno o piu' soggetti immagino che siano piu' di uno. In ogni caso che sia uno o molti, il concetto di mettere i dati del trasporto in mano a una ditta differente che trae sostentamento dalla vendita dei servizi basati su quei dati e' l'elemento centrale. Se il gestore avesse fatto incasa, per lui vendere servizi all'estenro avrebbe voluto dire solo fastidio e con la cessazione del contratto , probabilmente un nuovo gestore avrebbe inventaot una piattaforma differente. Invece una ditta diversa aiuta a tenere il servizio su una piattaforma neutra, trasversale e interoperabile. Una ultima nota: questo e' un caso di uso inglese su dati del grafo stradale e dei trasporti. Il fatto che anche in Francia, si sono mossi dei soggetti privati (OSM francia) per realizzare un DB nazionale degli indirizzi e mettere in piedi una offerta di servizi su di esso. Testimonia che sui dati del grafo stradale, sugli indirizzi e sugli orari dei mezzi di trasporto e' possibile creare valore dai servizi. Ma a parte questa branca il resto della cartografia, riesce a creare valore ? Infatti, come dicevo tendo a non considerare questi dei veri e propri dati geografici. Intesi come percorso di una strada, di un fiume, morfologia del terreno, edificato. antropizzazione del territorio. L'unica cosa che piu' si avvicina a un dato geografico e' l'informazione dell'interruzione di una strada, ma non piu' di tanto. Lo dimostra l'approccio seguito nel dato che forniscono. La georeferenziazione e' indiretta. Ovvero l'informazione fa' riferimento al numero della linea del tram. A un utente basta sapere quale sia la linea da prendere e a che ora. Non gli serve conoscere il tracciato. Quello lo trova nei cartelloni e in prestampati o in pdf scaricabili da internet. Resta comunque un buon esempio. Grazie. A. Il 23/11/2014 01:31, Maurizio Napolitano ha scritto:
_______________________________________________ [hidden email] http://lists.gfoss.it/cgi-bin/mailman/listinfo/gfoss Questa e' una lista di discussione pubblica aperta a tutti. I messaggi di questa lista non hanno relazione diretta con le posizioni dell'Associazione GFOSS.it. 666+40 iscritti al 5.6.2014 |
Segnalo anche i vincitori degli awards _______________________________________________ [hidden email] http://lists.gfoss.it/cgi-bin/mailman/listinfo/gfoss Questa e' una lista di discussione pubblica aperta a tutti. I messaggi di questa lista non hanno relazione diretta con le posizioni dell'Associazione GFOSS.it. 666+40 iscritti al 5.6.2014 |
visti.
il vincitore ha una chiara mission , gli altri due non sono riuscito a capire che cosa fanno esattamente. Restando sul vincitore: GeoLytix : http://geolytix.co.uk/what-we-do in questo caso non forniscono sevizi a valore aggiunto su internet, ma piuttosto li usano per fare progetti e elaborare teorie e soluzioni. In base a fabbisogno del cliente. Immagino che mettano insieme dati di varie fonti (OpenData e non) Sul lato OD interessante e' l'esempio di individuazione della "location". Per esempio: se si deve aprire un nuovo "store", questo gruppo prende i dati geografici, ogni tipo di informazione la incrocia ed elabora uo studio finalizzato a individuare la migliore "location" per lo "store". http://geolytix.co.uk/index.php/what-we-do/location-planning-models Tra i servizi hanno perfino la ricerca di percorsi ottimali per la logistica. http://geolytix.co.uk/what-we-do/methods Poi, credo che ridistribuiscano i dati Open che hanno impiegato nelle loro attivit'a lavorative. Anche questo e' un modo per valorizzare i dati. Non forniscono servizi a pubblico indistinto e permanenti, ma servizi a termine costruiti ad hoc per il cliente. A. Il 23 novembre 2014 09:30, Maurizio Napolitano <[hidden email]> ha scritto: > Segnalo anche i vincitori degli awards > Due sono geodata based > http://summit.theodi.org/awards/ -- ----------------- Andrea Peri . . . . . . . . . qwerty àèìòù ----------------- _______________________________________________ [hidden email] http://lists.gfoss.it/cgi-bin/mailman/listinfo/gfoss Questa e' una lista di discussione pubblica aperta a tutti. I messaggi di questa lista non hanno relazione diretta con le posizioni dell'Associazione GFOSS.it. 666+40 iscritti al 5.6.2014 |
Free forum by Nabble | Edit this page |