On Fri, 2011-04-29 at 10:40 +0200, [hidden email] wrote:
> On Fri, Apr 29, 2011 at 08:53:53AM +0100, Giovanni Manghi wrote: > > > > Io ho testimoniato di un Professore (collaboratore ESRI) *insegnare* a > > > piratare arcgis/arcinfo ad una intera classe di studenti di un master > > > durante la prima mattina di un corso intensivo di 6 giorni (non in > > > Italia, ma sempre in Europa). > > Appunto. Le università sono fondamentali per vendere il software. [...] > Ma mentre non ho niente da chiedere al rivenditore, non sperando in una > risposta, la domanda che vorrei fare a chi insegna o organizza la > didattica in un istituto pubblico è se gli pare etico o solo ragionevole > chiedere "ufficialmente" ad uno studente di spendere quelle cifre o > renderlo dipendente da un reato per laurearsi. Forse non c'è percezione che sia un reato. Immagino sia come salire sull'autobus senza biglietto, sapendo che raramente passa il controllore, e anche se prendi la multa, pagherai meno che se avessi pagato sempre (ragionamento che ho sentito fare e visto applicare). A questo punto, se le case di software proprietario alimentano l'illegalità intorno all'università e una relativa legalità sul posto di lavoro, per l'utente sarà sempre una scelta facile rispetto alla migrazione al software libero. Vuol dire che trova lo stesso software dappertutto, e può dormire soni tranquilli tanto le copie illegali non vengono quasi mai scoperte. Sarebbe interessante raccogliere i motivi degli irriducibili del software proprietario illegale, per capire su cosa poter costruire contro-argomentazioni. saluti! Anne _______________________________________________ Iscriviti all'associazione GFOSS.it: http://www.gfoss.it/drupal/iscrizione [hidden email] http://lists.gfoss.it/cgi-bin/mailman/listinfo/gfoss Questa e' una lista di discussione pubblica aperta a tutti. Non inviate messaggi commerciali. I messaggi di questa lista non rispecchiano necessariamente le posizioni dell'Associazione GFOSS.it. 502 iscritti all'11.2.2011 |
In reply to this post by mando
On Mon, 2011-05-02 at 10:31 +0200, Luca Mandolesi wrote:
> E' la cultura di fondo che è difficile sradicare: la gente preferisce > scaricare infiniti files da emule per crackare photoshop piuttosto che usare > GIMP in base all'equazione: sw proprietario : qualità = sw FOSS : prodotto > dilettantistico.....è quello che mi sento sempre più ripetere.... "Quattro gambe, bene; due gambe, MEGLIO!" Che dire, li hanno educati bene... basta vedere i(l) video su Youtube Office vs. OpenOffice: noi ridiamo, ma tanti ci credono! Anne _______________________________________________ Iscriviti all'associazione GFOSS.it: http://www.gfoss.it/drupal/iscrizione [hidden email] http://lists.gfoss.it/cgi-bin/mailman/listinfo/gfoss Questa e' una lista di discussione pubblica aperta a tutti. Non inviate messaggi commerciali. I messaggi di questa lista non rispecchiano necessariamente le posizioni dell'Associazione GFOSS.it. 502 iscritti all'11.2.2011 |
In reply to this post by PietroR3
Ciao a tutti,
seguo la lista da molto lontano sia geograficamente che professionalmente, ma continuo a trovare così vivace e stimolante il dibattito, anche per la sua "ideologicità" e chi se ne lamenta non me ne voglia... Credo che su questo punto siamo arrivati a identificare uno dei nodi profondi dello strapotere dei software proprietari che tanto ammirabilmente state cercando di erodere... Vorrei solo aggiungere un link esplicativo di quello che secondo me rappresenta un indice di quanto il mondo accademico possa diventare conservatore e di ostacolo ad una sana libertà di scelta: http://www.geolab.unifi.it/it/index.htm Ai paragrafi Risorse viene orgogliosamente sbandierata la disponibilità di una completa suite ESRI, in sequenza sul paragrafo Progetti potete vedere quanti fondi il laboratorio ha ottenuto da collaborazioni altisonanti. Le persone che hanno collaborato con questa struttura hanno fatto ovviamente (e meritoriamente, non voglio dire...) carriera e probabilmente ogni sera dicono la loro preghierina a sant'ESRI, il che, come in precedenti threads, non sarebbe scandaloso se si trattasse di professionisti che fanno le loro scelte su base di convenienza commerciale. Il problema del mondo accademico è che "forma" e se l'imprinting che una tale struttura dà è basato sulla tossicodipendenza da una "marca", come se il mondo GIS fosse stato inventato da un'azienda... Ma il delitto perfetto consiste nel fatto che quando grazie a quel software un accademico ci fa pure carriera e nessuno eccepisce nulla, perché cambiare? Per cambiare ci vorrebbe un motivo etico, che purtroppo nell'università non è sempre particolarmente sentito... Dal mio punto di vista posso dire che era dai tempi del dottorato (dal 2000) proponevo ai colleghi almeno di provare l'esperienza diversa e ricevevo solo sorrisetti benevoli (perché col software libero "finché si scherza va bene, ma poi per le cose serie..."). Da questo punto di vista è emblematico che molti di voi abbiano fatto questa scelta in quanto professionisti strangolati dalle licenze, mentre l'accademia va a traino in modo così supino... solo che i soldi delle loro profumatissime licenze glieli paghiamo noi! Come si fa a non essere ideologici su argomenti del genere (istruzione, ricerca, creatvità...)? Buon lavoro Paolo ----- Messaggio originale ----- Da: Pietro d'Orio <[hidden email]> A: Paolo Cavallini <[hidden email]> Cc: silvio grosso <[hidden email]>; [hidden email] Inviato: Lun 2 maggio 2011, 02:32:02 Oggetto: Re: [Gfoss] Software e pirateria in Italia Il 29/04/2011 18:41, Paolo Cavallini ha scritto: > Ottime notizie, grazie. Posso chiedere a tutti, e specialmente ai > docenti e agli studenti, di farci sapere dove vengono usati, quali sw, > quali sono i motivi che hanno portato alla scelta, quali i problemi e i > vantaggi riscontrati? > Sarebbe bello che gli accademici della comunita' ci dessero una mappa > dell'adozione di GFOSS. > Saluti. Quando frequentavo l'università i software utilizzati erano ArcMap 3 e 9 per il laboratorio GIS, il motivo della scelta era semplicemente che questi erano sempre stati i programmi utilizzati. In altri esami utilizzavamo ENVI per l'analisi di dati raster. Il motivo di questa scelta era probabilmente il fatto che il professore utilizzava questo strumento al lavoro e lo conosceva molto bene. Neanche l'ombra di un sw. open source, con tutti i problemi del caso: come sapete per imparare a utilizzare i desktop gis inizialmente bisogna utilizzarli quasi quotidianamente per capirli, tra studenti eravamo costretti a procurarci a nostro modo i sw e in alcuni casi erano i professori a passarci delle licenze sotto banco. Quando gli si proponeva la soluzione open source (al tempo rispettivamente Qgis e GRASS) ci veniva risposto che non erano all'altezza. L'ultimo anno ho tentato di riproporre insistentemente l'utilizzo dei sw. open source, spiegando ai docenti che questi applicativi avevano ormai se non raggiunto, addirittura superato i più famosi prodotti proprietari. La cosa più importante però sarebbe stata la facilità e la semplicità con cui studenti e docenti avrebbero potuto procurarsi un ambiente didattico comune, efficiente e soprattutto non piratato. Convinsi alcuni docenti ma il preside di facoltà che (posso permettermi di dire) non aveva nessuna competenza GIS in quanto la sua materia è nell'ambito della geografia umana, stroncò il tutto dicendo che si doveva utilizzare ArcMap senza dare alcuna motivazione. Pietro d'Orio _______________________________________________ Iscriviti all'associazione GFOSS.it: http://www.gfoss.it/drupal/iscrizione [hidden email] http://lists.gfoss.it/cgi-bin/mailman/listinfo/gfoss Questa e' una lista di discussione pubblica aperta a tutti. Non inviate messaggi commerciali. I messaggi di questa lista non rispecchiano necessariamente le posizioni dell'Associazione GFOSS.it. 502 iscritti all'11.2.2011 _______________________________________________ Iscriviti all'associazione GFOSS.it: http://www.gfoss.it/drupal/iscrizione [hidden email] http://lists.gfoss.it/cgi-bin/mailman/listinfo/gfoss Questa e' una lista di discussione pubblica aperta a tutti. Non inviate messaggi commerciali. 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