come finanziare i GIS liberi

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Re: come finanziare i GIS liberi

Stefano Costa
Il giorno sab, 25/02/2012 alle 21.37 +0100, Andrea Peri ha scritto:
>
> Ma se hai fatto un fork del software chi ti rimette a posto la tua
> versione per i bachi che non attendono alla tua modifica , ma che
> erano in tale versione di software gia' in partenza ?
> Per me salvo rarissimi casi molto particolare l'idea che un cliente
> che commissiona una patch possa accettare che cio' provochi un fork
> del prodotto e' folle.

Il discorso è interessante. Commissionare una patch una tantum senza che
questa venga integrata upstream è il vero spreco di risorse. Ma un ente
può anche avere il personale in grado di mantenere un fork interno.

E in questo caso secondo me le cose stiano molto diversamente: con gli
attuali sistemi di controllo versione (git e Mercurial, in sostanza) un
fork è una cosa normale e quotidiana. E altrettanto normale è il
rebasing, ovvero riportare le proprie modifiche personali "in cima" alla
lista delle modifiche al software.

http://book.git-scm.com/4_rebasing.html
http://mercurial.selenic.com/wiki/RebaseExtension

Forse esagero, ed è sabato sera, ma penso che sia folle non usare questi
strumenti piuttosto che fare un fork ad uso interno.

È ovvio che questo scenario non "finanzia i GIS liberi", ma al tempo
stesso è possibile per la libertà stessa concessa dalla licenza.

Ciao,
steko

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Re: come finanziare i GIS liberi

Andrea Peri
In reply to this post by pcav
>Il giorno sab, 25/02/2012 alle 21.37 +0100, Andrea Peri ha scritto:
>> 
>> Ma se hai fatto un fork del software chi ti rimette a posto la tua
>> versione per i bachi che non attendono alla tua modifica , ma che
>> erano in tale versione di software gia' in partenza ?
>> Per me salvo rarissimi casi molto particolare l'idea che un cliente
>> che commissiona una patch possa accettare che cio' provochi un fork
>> del prodotto e' folle. 
>
>Il discorso è interessante. Commissionare una patch una tantum senza che
>questa venga integrata upstream è il vero spreco di risorse. Ma un ente
>può anche avere il personale in grado di mantenere un fork interno.
>

E' vero, infatti nel mio discorso io mi riferivo piuttosto al caso in cui un cliente
non è in grado di effettuare internamente e quindi si rivolge all'esterno.
Ovvio che anche le successive manutenzioni saranno all'esterno, da qui la scelta perdente di accettare un fork.
Essa significa legarsi mani e piedi a chi ti ha fatto il fork e il tuo software comunque invecchierà come funzionalità e efficienza.

Invece, se lo sviluppo è interno, cioè il cliente è in grado di gestirsi autonomamente l'evoluzione,
il fork non è una situazione cosi' penalizzante. Perchè esso non significa legarsi a quacuno esterno.

Questo pero' non vuol dire che le modifiche non debbano essere proposte alla community del prodotto.
Anche se poi non vengono accettate. Non importa, restanoc omuqneu depositate nel sistema di ticket e quindi
qualcuno ne potrà trarre se vuole ispirazione per qualcosa di altro.

  >E in questo caso secondo me le cose stiano molto diversamente: con gli >attuali sistemi di controllo versione (git e Mercurial, in sostanza) un >fork è una cosa normale e quotidiana. E altrettanto normale è il >rebasing, ovvero riportare le proprie modifiche personali "in cima" alla >lista delle modifiche al software. > >http://book.git-scm.com/4_rebasing.html >http://mercurial.selenic.com/wiki/RebaseExtension

So' di ditte che ancora usano il CVS e rifiutano perfino l'impiego del SVN.

>È ovvio che questo scenario non "finanzia i GIS liberi", ma al tempo >stesso è possibile per la libertà stessa concessa dalla licenza.

E' il bello della licenza.
Resta il fatto che chi commissiona all'estenro deve evitare il fork perche' va contro il suo stesso interesse.

-----------------
Andrea Peri
. . . . . . . . .
qwerty àèìòù
-----------------


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Re: come finanziare i GIS liberi

pcav
In reply to this post by Andrea Aime
Il 25/02/2012 19:01, Andrea Aime ha scritto:

> Concordo sulla gerarchia, in termini di probabilità generale, completamente slegata
> dal singolo contesto.

Grazie. E grazie anche per le importanti precisazioni, tue e di altri.
Non vorrei che la cosa sembrasse troppo complicata a chi si avvicina per la prima
volta a questi problemi: quello che intendevo fare era dare una guida semplice dei
passi da compiere per contribuire, in maniera efficace e trasparente, ai GIS liberi.
Saluti, e buona giornata.
--
Paolo Cavallini - Faunalia
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Re: come finanziare i GIS liberi

Stefano Costa
Quoting Paolo Cavallini <[hidden email]>:

> Grazie. E grazie anche per le importanti precisazioni, tue e di altri.
> Non vorrei che la cosa sembrasse troppo complicata a chi si avvicina per la
> prima  volta a questi problemi: quello che intendevo fare era dare una guida
> semplice dei  passi da compiere per contribuire, in maniera efficace e
trasparente, ai GIS
> liberi.

Ciao Paolo,
riesci a trasferire, anche in modo schematico, il riassunto di questa
discussione sul wiki? Mi sembra importante ma al tempo stesso è destinata al
dimenticatoio se rimane solo negli archivi della mailing list.

Grazie, ciao
steko

--
Stefano Costa
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Re: come finanziare i GIS liberi

pcav
Il 27/02/2012 12:18, Stefano Costa ha scritto:

> riesci a trasferire, anche in modo schematico, il riassunto di questa
> discussione sul wiki? Mi sembra importante ma al tempo stesso è destinata al
> dimenticatoio se rimane solo negli archivi della mailing list.

Si', questa era l'idea. Sto lasciando correre la discussione, quando cristallizza la
sposto sul wiki.
Grazie.
--
Paolo Cavallini - Faunalia
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Re: come finanziare i GIS liberi

pcav
Il 27/02/2012 12:38, Paolo Cavallini ha scritto:

> Si', questa era l'idea. Sto lasciando correre la discussione, quando cristallizza la
> sposto sul wiki.

Pagina fatta:
http://wiki.gfoss.it/index.php/Come_finanziare_GIS_liberi
Ovviamente commenti e modifiche sono piu' che graditi.
Prego di mantenerla piu' semplice possibile, in modo da non scoraggiare gli interessati.
Saluti.
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