On Sat, 25 Jan 2014 10:46:44 +0100, aperi2007 wrote:
> Il raster è un oggetto (oppure struttura , oppure modello, chiamalo > come vuoi) che ha una maglia. > (regolare o irregolare poco importa), chiamiamola cella per > intenderci. > La caratteristica della cella è che essa esprime delle proprieta' > costanti. > Quando parlo di proprieta' parlo ad esempio di una quota (che è una > quantita' fisica), oppure di una temperatura (fisica pure essa) etc.. > Il fatto che sia una quantita' fisica vuol dire solo che sta > modellando una entita' fisica reale, "la quota". > direi che la definizione fornita da Andrea e' esemplare. ma potremmo sbizzarrici a gogo con tantissimi altri esempi; il valore-cella potrebbe indicare la quantita' di pioggia caduta in un dato periodo, la concentrazione atmosferica di un inquinante (p.es. N0x), il rumore acustico espresso in dB, la densita' media di popolazione, il numero di casi di influenza per Kmq, il livello di copertura dei segnali di telefonia mobile, il livello stimato di rischio sismico o alluvionale o di incendio, qualche indicatore econometrico basato sul reddito etc. e' proprio questo che rende la mappe raster cosi' tanto utili; in pratica non esiste nessun fenomeno geografico che non si possa rappresentare adeguatamente tramite una mappa di tipo raster. possiamo naturalmente utilizzare svariati formati numerici per rappresentare i valori-cella: a volte e' piu' pratico usare numeri interi (sia con segno che senza segno, dipende dai casi), ma molto piu' frequentemente e' preferibile usare valori a virgola mobile. e naturalmente possiamo scegliere la precisione che meglio si adatta alle misure fisiche che dobbiamo rappresentare (in genere: 8, 16, 32 oppure 64 bit). come sovente accade, la vita e' una lunga serie di compromessi: precisione estesa = occorre tantissisimo spazio precisione media = basta uno spazio piu' ragionevole precisione ridotta = spazio minimo (ma presumibilmente fara' pena) naturalmente un RASTER dotato di tutte queste caratteristiche col cavolo che puo' essere considerato un'IMMAGINE, perche' non lo possiamo certo visualizzare direttamente tal quale. occorrono dei passaggi intermedi e di norma occorrono una o piu' assunzioni arbitrarie/convenzionali: a) possiamo trasformare il range dei valori in un range di luminosita', e quindi possiamo ottenere delle immagini a scala di grigi b) oppure possiamo rimappare i valori in un gradiente di colori del tutto arbitrari c) infine potremmo rimappare i valori in base ad una qualsiasi scala arbitraria di "falsi colori": p.es. le classiche sfumature di celeste, verde, ocra e marrone che si usano tradizionalmente per le cartografie fisiche basate sul rilievo altimetrico. non esistono "leggi fisiche" da rispettare: massimo spazio alla fantasia ed alla creativita' (si tratta pur sempre di processi di natura puramente convenzionale): basta solo che l'output finale sia ben chiaro e gradevole da leggersi. ----------------- e le diffusissime immagini a colori RGB ? oppure quelle "bianco e nero" a scala di grigi ? come si collocano rispetto ai rasters ? sono semplicemente un caso molto particolare del modello RASTER piu' generale che abbiamo visto fino ad ora. in questo caso specifico la misura fisica per ciascuna cella (pixel) altro non e' che il livello della luminosita': anzi, per la precisione, il suo valore percentuale in relazione alla gamma dinamica di risposta disponibile sui monitor video e/o sulle stampanti. l'occhio umano e' uno strumento di misura molto sofisticato, ma si lascia abbindolare molto facilmente da trucchetti grossolani. basta semplicemente usare 256 livelli discreti di luminosita' (8 bit) per ingannare completamente l'occhio, che ne ricavera' l'illusoria sensazione di una gamma di luminosita' molto ricca e soprattutto a tono continuo, con caratteristiche convincentemente "naturali". non vi e' proprio nulla di "magico" nella scelta tecnologica 8 bit = 256 livelli molte apparecchiature foto-digitali di tipo professionale lavorano internamente a 10 o a 12 bit, e persino a 16 bit in alcuni casi molto speciali (p.es. radiologia clinica). ma per banali motivi di riduzione dei costi all'osso tutti i monitor video e le stampanti "normali" hanno ormai deciso di adottare gli 8 bit come standard universale: e dopo tutto anche se non e' la perfezione assoluta e' pur sempre una scelta tecnologica molto soddisfacente e piu' che adeguata per la stragrande maggioranza dei casi d'uso. ma e' sicuramente interessante sottolineare come tutta quanta la tecnologia RGB nasca per motivi assolutamente contingenti e specifici, che non hanno proprio nulla di universale. vi siete mai chiesti perche' usiamo tre colori ? e perche' mai proprio rosso, verde e blu ? la risposta non la troverete certo studiando informatica: serve piuttosto una certa conoscenza della biologia, della fisiologia e dell'anatomia comparata. si usano proprio il rosso, il verde ed il blu semplicemente perche' il nostro occhio e' sensibile *solo* a queste tre lunghezze d'onda, che corrispondono ai colori primari. tutti gli altri colori secondari "ce li inventiamo" artificialmente dentro al nostro cervello tramite processi nervosi e mentali di sintesi addittiva e sottrattiva. BTW molti testi di fisica per le superiori quando trattano l'ottica aiutano non poco a seminare confusione. perche' spesso trattano le sintesi addittive e sottrattive dei colori assieme allo spettro come se fossero due facce della stessa medaglia. ma cosi' finiscono con lo spacciare per "fisica universale" quel che in effetti e' semplicemente fisiologia dell'occhio umano. lo spettro elettromagnetico e' una verita' fisica neutra ed oggettiva di ordine universale. invece il fatto che sommando rosso e verde appaia il giallo e' vero solo se si una un sensore che funziona esattamente come l'occhio umano: una foca o un cavallo (vedi sotto) non percepirebbero affatto nessun fenomeno di questo tipo. per inciso: Homo sapiens condivide con tutte le altre scimmie questo tipo di visione in "tricromia", ma non e' affatto il modello di visione piu' diffuso in natura; anzi rappresenta un caso abbastanza anomalo e del tutto particolare che troviamo solo tra i primati. pesci, uccelli e rettili vedono in "quadricromia" e sono direttamente sensibili ad una quarta banda ultravioletta (qualcosa che a noi sfugge completamente, e che fatichiamo anche solo ad immaginare). viceversa la maggior parte dei mammiferi ha una visione "bicroma", ed e' assolutamente incapace di distinguere il verde dal rosso (un po' come capita ai daltonici). presumibilmente foche e trichechi sono totalmente ciechi al colore e vedono un mondo tutto in bianco e nero. "occhi artificiali" come quelli di molti satelli (p.es. Landsat) invece sono capaci di vedere in almeno sette/otto bande distinte (R,G,B, piu' svariati tipi di UV ed IR). ammesso che ET esista da qualche parte nella Galassia, sarebbe altamente improbabile ipotizzare che possa essere dotato di una visione RGB esattamente identica alla nostra; e quindi presumibilmente ET non apprezzerebbe affatto le nostre tecnologie terrestri di digital imaging :-D paradossalmente, se l'occhio umano fosse stato piu' simile a quello del cane o piuttosto a quello della gallina oggi non avremmo affatto uno standard RGB ... semplicemente perche' non risulterebbe adeguato per un occhio dalle diverse caratteristiche fisiologiche e con una diversa calibrazione spettrale. CONCLUSIONE: un'immagine e' certamente un raster. ma si tratta di raster di tipo molto particolare, fatti ad uso e consumo delle specifiche capacita' visive dell'occhio umano (e delle periferiche video / stampa costruite da esseri umani per altri esseri umani). insomma, sono il sotto-insieme del sotto-sotto-insieme ;-) spero che ora sia definitivamente chiaro perche' confondere indifferentemente immagini e raster e' un errore concettuale. ma soprattutto spero che sia ancor piu' chiaro perche' pensare che "qualsiasi formato di immagine e' un buon formato raster" possa portare a prendere dei grossi granchi. di fatto, l'unico formato largamente diffuso che si presta bene sia per le immagini che per i raster in senso piu' ampio e' solo il (geo)TIFF; e studiarne approfonditamente le molte opzioni supportare [1] e' un'operazione altamente consigliata per tutti coloro che pensano di interessarsi seriamente alle tecnologie GeoSpatial ;-) ciao sandro [1] http://partners.adobe.com/public/developer/en/tiff/TIFF6.pdf _______________________________________________ [hidden email] http://lists.gfoss.it/cgi-bin/mailman/listinfo/gfoss Questa e' una lista di discussione pubblica aperta a tutti. 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Bravo Sandro, e se posso permettermi due chiose finali:
1] volendo dare una definizione lapidaria, oserei dire che il raster e' un... vettore d'informazioni 2] oltre ai TIFF, un altro formato duale immagine/raster_georiferito e' il JPEG2000 |
In reply to this post by a.furieri
Il giorno Sun, 26 Jan 2014 11:29:55 +0100
[hidden email] ha scritto: ciao Sandro, (il segno ">" surroga il simbolo "inclusione insiemistica" che non ho sulla tastiera, R è l'insieme dei raster, I l'insieme delle immagini :-) > On Sat, 25 Jan 2014 10:46:44 +0100, aperi2007 wrote: > > ...... > ...... > naturalmente un RASTER dotato di tutte queste caratteristiche col > cavolo che puo' essere considerato un'IMMAGINE, perche' non lo > possiamo certo visualizzare direttamente tal quale. 1) => R != I > .....le diffusissime immagini a colori RGB..... > sono semplicemente un caso molto particolare del modello RASTER piu' > generale che abbiamo visto fino ad ora. 2) => I < R quindi 1) + 2) => R >= I e infatti: > ..... > CONCLUSIONE: un'immagine e' certamente un raster. > ma si tratta di raster di tipo molto particolare, :-) quindi la mia frettolosa affermazione I = R va corretta in I < R > ciao sandro ciao, giuliano _______________________________________________ [hidden email] http://lists.gfoss.it/cgi-bin/mailman/listinfo/gfoss Questa e' una lista di discussione pubblica aperta a tutti. I messaggi di questa lista non hanno relazione diretta con le posizioni dell'Associazione GFOSS.it. 666 iscritti al 22.7.2013 |
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