>come:
>- USA >- Canada >- UK >- Germania >- Francia >- Austria >- Nuova Zelanda >- Norvegia >- ... e molte altre ancora >hanno preso un abbaglio? >Si tratta nazioni che rilasciano i propri dati con licenze di tipo attribuzione o pubblico dominio Ma sei proprio sicuro ? Forse rilasciano qualcosa , ma da qui a dire tutto e con le licenze che dici mi pare eccessivo. Ad esmepio: all'ordnance survey hanno un sito dove la roba si acquista. http://www.shop.ordnancesurveyleisure.co.uk/products/osdigital-maps E che ci starebbe a fare se fosse come dici te ? Oppure al usgov: http://ask.usgs.gov/prices/faqs_prices_usgs_products.html Qui parlano di prezzi di carte stampate, ma anche di dataset su CD. E poi hanno si' qualcosa che si scarica, ma solo il landsat e non parlano di licenza per cui non è detto che siano rivendibili nei modi che ipotizzate. Andrea. On 04/04/2013 01:13, Maurizio Napolitano wrote: > >> Vedo che non ci capiamo; magari sono troppo legato al software per >> vedere i distinguo >> relativi ai dati: >> * le citazioni di fonti supposte autorevoli non sono >> un'argomentazione valida (l'ipse >> dixit e' stato accantonato da un bel po') > > Veramente ho citato gli output di un progetto della commissione > europea, ma, al di la' di questo, dovrei forse pensare che > amministrazioni pubbliche come: > - USA > - Canada > - UK > - Germania > - Francia > - Austria > - Nuova Zelanda > - Norvegia > - ... e molte altre ancora > hanno preso un abbaglio? > Si tratta nazioni che rilasciano i propri dati con licenze di tipo > attribuzione o pubblico dominio > Aggiungiamo poi a queste World Bank, Commissione Europea, Eurostat, > ISTAT ... > >> * i dati sono risorse, pero' non sono creati "a prescindere", ma con >> specifici >> investimenti del contribuente > > ... fra cui ci sono anche le aziende ... > >> * io semplicemente, come cittadino, esigo che i dati prodotti con >> risorse mie debbano >> rimanere pubblici, e non possano essere migliorati ed impacchettati >> dal signor X e >> rivenduti come cosa sua senza distribuire anche le migliorie > > non capisco dove sta il problema: se i dati sono disponibili a tutti > alla sorgente, allora chiunque può fare il lavoro di miglioramento, > impacchettamento e farsi pagare per questo. > Se me li vendono devono dimostrarmi che quei dati hanno qualcosa in > più che mi fa risparmiare tempo o che non sono in grado di fare. > Mi vendono alla fine un servizio. > L'azienda e' straniera? I dati pero' descrivono un preciso territorio, > quindi quell'azienda, ha capito che forse puo' trarre vantaggio a > fornire un servizio basato su quel territorio, valorizzandolo e > portando economia. > > In realta' pero' il calcolare il ROI dell'open data e' ancora > argomento aperto. > > Ma, al di la' di questo, ragioniamo in senso opposto: quale e' il > costo che ha una PA per stare dietro a queste violazioni? > Dalle mie parti e' successo che un ufficio si e' sentito dire che > poteva essere denunciato per danno erariale se perdeva il suo tempo a > cercare di capire se una azienda stava facendo un uso improprio dei > dati pubblici. > >> * mi pare che la tua posizione tenda nei fatti a tutelare >> l'investimento di questo >> signore, piuttosto che quello del cittadino. > > Potra' essere la mia posizione ma e' il risultato di quello per cui mi > sono documentato in questi anni seguendo lo scenario open data > internazionale. > Gli imprenditori sono anche cittadini, e quindi anche loro e' un > diritto quello di poter trarre profitto. > Esistono comunque casi di aziende che hanno comprato cambi di licenza > (compresa la cc-by). > > Devo forse supporre che i cittadini USA (dove il diritto sui generis > non esiste) abbiano dormito fino ad ora? > Consiglio questo articolo > http://www.creativecommons.it/ScienceCommons > per non perdere tempo bastano le poche righe al paragrafo "Le > tradizioni statunitensi" > > Ciao > > > http://www.paristechreview.com/2013/03/29/brief-history-open-data/ > > > _______________________________________________ > [hidden email] > http://lists.gfoss.it/cgi-bin/mailman/listinfo/gfoss > Questa e' una lista di discussione pubblica aperta a tutti. > I messaggi di questa lista non hanno relazione diretta con le > posizioni dell'Associazione GFOSS.it. > 638 iscritti al 28.2.2013 _______________________________________________ [hidden email] http://lists.gfoss.it/cgi-bin/mailman/listinfo/gfoss Questa e' una lista di discussione pubblica aperta a tutti. I messaggi di questa lista non hanno relazione diretta con le posizioni dell'Associazione GFOSS.it. 638 iscritti al 28.2.2013 |
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On 04/04/2013 01:18, Maurizio Napolitano wrote: > On 03/04/2013 18:41, Andrea Peri wrote: >> >E' ormai assodato a livello internazionale che i dati prodotti >> dalla PSI >> >non devono contenere alcun vincolo (al massimo quello di citare la >> fonte). >> >> I dati della PA devono essere un bene comune, ma non per questo qualcuno >> se ne puo' appropriare a dispetto degli altri. >> Prenderli, metterci sopra due o tre bischerate extra e ritargarli >> equivale a appropriarsene sottraendo il bene al pubblico. > > non lo capisco: non vengono sottratti perche' comunque rimangono sempre > disponibili all'origine. > Un dataset sul mercato ha un valore finche' esso racchiude una informazione che attualmente non è posseduta. Una volta che una informazione è posseduta anche da altri, il suo valore decade notevolmente fino a essere zero. Per cui il fatto di poterla consultare all'origine non toglie niente al fatto che la PA vedrebbe deprezzarsi un qualcosa che ha un valore di base. Non che ci si debba fare un profitto , ma almeno riprenderci i costi sostenuti , perche no ? >> Che diresti se qualcuno prendesse una spiaggia libera ci mettesse sopra >> qualche ombrellone e facesse pagare il biglietto per usarli ? > > Una spiaggia libera non la puo' clonare all'infinito come un dato > Il dato lo puoi clonare all'infinito ma il suo valore commerciale diminuisce via via che esso si diffonde. Inteso come valore di mercato. Certo esso continua ad essere di interesse per chi lo usa per lavoro, ma questi sono i soggetti a cui potrebbe aver senso fornirlo a costi bassissimi. Proprio perche' lo usano nel loro lavoro che ha una ricaduta sul pubblico. Penso a lavori come i progettisti di infrastrutture o chi deve impiantare un impianto di produzione di energia, una diga, una strada, una fabbrica, etc... Parlo di chi lo usa per lavoro , ma al suo interno, che non ha l'obiettivo di ridistribuirlo, ma semplicemente di usarlo per il suo specifico lavoro. Non parlo di chi di mestiere rivende pacchetti di dati. >> Quindi non sono per niente daccordo con questa impostazione. > ... quindi non sei d'accordo con tutto il movimento dell'open > government data e delle relative nazioni che lo hanno adottato > http://en.wikipedia.org/wiki/Open_data#Open_data_in_government > > > [...] Spiegami una cosa: come funziona che una cosa finche' è pubblica è "opendata" e appena uno se la scarica , poiche' puo' ritargarla e rimetterla in vendita come se fosse sua, non è piu' "opendata" ? e comunque leggendo nei siti mi pare di leggerci che poi alla fine dei salmi su questi portali le nazioni piu' "furbe", ci hanno messo solo alcuni dei loro archivi, mica ce li hanno messi tutti. :) >several national governments have created web sites to distribute a portion of the data they collect >Sul resto del discorso direi che non serve proseguire, il problema e' il paradigma di partenza sul concetto open data. Ovvero che cio' che la PA acquista chiunque puo' prenderne possesso, diventandone difatto proprietario ? > Il mio consiglio e' di confrontarsi con la proposta di questo thread > il cui titolo e' "Chi è Giancarlo? Un ideario sui dati geografici > liberi" e negli spazi pensati per discuterne. ok. _______________________________________________ > [hidden email] > http://lists.gfoss.it/cgi-bin/mailman/listinfo/gfoss > Questa e' una lista di discussione pubblica aperta a tutti. > I messaggi di questa lista non hanno relazione diretta con le > posizioni dell'Associazione GFOSS.it. > 638 iscritti al 28.2.2013 _______________________________________________ [hidden email] http://lists.gfoss.it/cgi-bin/mailman/listinfo/gfoss Questa e' una lista di discussione pubblica aperta a tutti. I messaggi di questa lista non hanno relazione diretta con le posizioni dell'Associazione GFOSS.it. 638 iscritti al 28.2.2013 |
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2013/4/4 aperi2007 <[hidden email]>:
> On 04/04/2013 01:13, Maurizio Napolitano wrote: >> >> - USA >> - Canada >> - UK >> - Germania >> - Francia >> - Austria >> - Nuova Zelanda >> - Norvegia >> - ... e molte altre ancora >> hanno preso un abbaglio? >> Si tratta nazioni che rilasciano i propri dati con licenze di tipo >> attribuzione o pubblico dominio >> Aggiungiamo poi a queste World Bank, Commissione Europea, Eurostat, ISTAT >> ... > > > Ma sei sicuro di quello che affermi ? > > Forse qualche vecchio pacchetto di dati ormai degno della soffitta . > IO sapevo che l'ordnance survey li fa pagare eccome i suoi dati. > > http://www.shop.ordnancesurveyleisure.co.uk/ > > Io qui ci vedo un bel sistema di accounting per pagare quello che si > compra... > > Quello che ti fanno fare gratuitamente, è stampare come gia' molti in Italia > qualche mappa via internet. > Ma se vuoi i dati vettoriali e li vuoi con licenza che ti consenta di > rivenderli devi aprire ben bene i cordoni della borsa. > > E anche alla usgs.gov qualcosa di gratuito te lo danno pure, > http://www.usgs.gov/pubprod/ > come la ustopo, > Ma ci sta anche roba a pago. > In questa fawq parlno di roba acquistabile... > http://ask.usgs.gov/prices/faqs_prices_usgs_products.html > > Certo si parla di mappe stampate , ma ci sono anche CD di dati e poca roba > scaricabile. Si? Vedo http://www.usgs.gov/pubprod/data.html#data E i dati di telerilevamento sono di solito disponibili sui portali EarthExplorer o GloVis. http://www.usgs.gov/laws/info_policies.html "Copyrights and Credits USGS-authored or produced data and information are considered to be in the U.S. public domain." > Molta roba non è disponibile . > :) Per esempio? > Vedo che fanno scaricare il Landsat. > >>The USGS now offers all users the entire Landsat 1-5 and 7 archive data at >> no charge using a standard data product recipe. > > Ma non parlano della licenza che gli applicano per cui non conta. Ecco: http://landsathandbook.gsfc.nasa.gov/ "* Landsat Data is available for FREE" http://landsat.gsfc.nasa.gov/about/landsat7.html "As of Oct. 1, 2008 all Landsat 7 data became free to the public. In December 2009, all Landsat data in the USGS archive followed suit." ciao Markus _______________________________________________ [hidden email] http://lists.gfoss.it/cgi-bin/mailman/listinfo/gfoss Questa e' una lista di discussione pubblica aperta a tutti. I messaggi di questa lista non hanno relazione diretta con le posizioni dell'Associazione GFOSS.it. 638 iscritti al 28.2.2013 |
Ciao Markus, >Ecco: >http://landsathandbook.gsfc.nasa.gov/ >"* Landsat Data is available for FREE" > >http://landsat.gsfc.nasa.gov/about/landsat7.html >"As of Oct. 1, 2008 all Landsat 7 data became free to the public. In >December 2009, all Landsat data in the USGS archive followed suit." > >ciao >Markus Spiegami questo dettaglio: I qui ci leggo che i datsets Landsat 7 sono gratuiti. Non sono cosi' esperto, ma questo implica forse che essendo gratutiti uno puo' riprenderseli e rivenderli a sua volta dopo averli migliorati con qualche metodica, facendoli pagare a come se fossero un dataset nuovo di zecca e quindi a costo pieno come se avesse spedito lui i satelliti in orbita ? Grazie, Andrea. Il giorno 04 aprile 2013 06:17, Markus Neteler <[hidden email]> ha scritto: 2013/4/4 aperi2007 <[hidden email]>: http://www.usgs.gov/laws/info_policies.html -- ----------------- Andrea Peri . . . . . . . . . qwerty àèìòù ----------------- _______________________________________________ [hidden email] http://lists.gfoss.it/cgi-bin/mailman/listinfo/gfoss Questa e' una lista di discussione pubblica aperta a tutti. I messaggi di questa lista non hanno relazione diretta con le posizioni dell'Associazione GFOSS.it. 638 iscritti al 28.2.2013 |
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Hash: SHA1 Salve. Torniamo al punto: * vogliamo dati liberi, su questo non ci piove * ci dividiamo invece sul fatto che la liberta' debba essere una proprieta' ereditabile. Piu' leggo, piu' mi convinco che debba esserlo, nell'interesse di tutti. Esempio 1: ESRI sta prendendo e impacchettando tutti i dati significativi che trova, in un suo servizio online; uno sviluppatore di recente ha scritto un plugin per QGIS, in modo che tutti possano utilizzare gli stessi dati; il plugin non e' pubblicabile, perche' viola la licenza che ESRI ha imposto sui dati; risultato: chi usa sw proprietario ha un vantaggio rispetto a chi usa sw libero, *grazie* alla non ereditarieta' della liberta' dei dati. Esempio 2: una grossa amministrazione pubblica mette su un webGIS, basato su Google Maps, non ascoltando le mie indicazioni (scopre poi, una volta online, che nel suo caso e' richiesto un pagamento significativo). Piu' dati liberi ma non ereditari si mettono in giro, piu' il servizio di Google diventa attraente, e ipercompetitivo, mettendo fuori mercato soluzioni alternative. Si possono fare altri esempi, anche fuori dell'ambito geografico, ma credo che la questione sia chiara. Chi dice che tutti possono fare le stesse cose di Google o ESRI, o e' un ingenuo, o e' in malafede: pensate davvero che ci sia una piccola o media impresa italiana che possa mettere su una server farm anche lontanissimamente paragonabile a quella di Google? O che abbia risorse da investire quanto quelle dei monopolisti del settore geografico? Suvvia! Piu' un generale: qual e' il vantaggio di consentire la privatizzazione? Secondo me chi la sostiene fa, consapevolmente o meno, gli interessi delle grandi aziende del settore, e non quelli del popolo italiano. E neppure delle aziende italiane. Saluti. - -- Paolo Cavallini - Faunalia www.faunalia.eu Full contact details at www.faunalia.eu/pc Nuovi corsi QGIS e PostGIS: http://www.faunalia.it/calendario -----BEGIN PGP SIGNATURE----- Version: GnuPG v1.4.12 (GNU/Linux) Comment: Using GnuPG with Mozilla - http://enigmail.mozdev.org/ iEYEARECAAYFAlFdNhAACgkQ/NedwLUzIr7CtQCbBXXGdLkZbxMLrqggOcgqi5oP vEkAniQhB4c9RmC0oAwXddfYwlJi5+2k =v4ig -----END PGP SIGNATURE----- _______________________________________________ [hidden email] http://lists.gfoss.it/cgi-bin/mailman/listinfo/gfoss Questa e' una lista di discussione pubblica aperta a tutti. I messaggi di questa lista non hanno relazione diretta con le posizioni dell'Associazione GFOSS.it. 638 iscritti al 28.2.2013 |
In reply to this post by Andrea Peri
On Thu, Apr 04, 2013 at 02:53:15AM +0200, aperi2007 wrote:
> Una volta che una informazione è posseduta anche da altri, il suo > valore decade notevolmente fino a essere zero. Parli del "valore di mercato", ovvero: quanto riesco a farmi pagare per trasferire questo bene. Piu' il bene scarseggia, a parita' di domanda, maggiore e' il "valore di mercato". Poi c'e' un "costo", che e' quello di produzione. Quello non cambia. Ed e' stato, solitamente, gia' pagato. Un potenziale concorrente valuta se assumersi questo "costo" per poter ench'esso vendere. Se lo fa, aumenta l'offerta, diminuisce il "valore di mercato". Il costo complessivo e' raddoppiato (pagato una volta dal primo produttore e una seconda volta dal concorrente). Continuando a tracciare il grafico si arriva ad una situazione in cui il "valore di mercato" tende allo zero e il "costo di produzione" tende all'infinito. Beneficiari: coloro i quali hanno nel tempo acquistato l'informazione (a costo decrescente nel tempo). Ora consideriamo l'altra ipotesi: si consente la copia libera. Costo di produzione: quello originario, fisso, gia' pagato. Valore di mercato dell'informazione: tende allo zero. Beneficiari: tutti gli interessati (immediatamente). Il rapporto costo/beneficio e' molto piu' alto nella seconda ipotesi, laddove si considerino "costo" e "beneficio" come a carico di tutti. Ovviamente i rapporti sono differenti da soggetto a soggetto. Ad esempio il produttore originale che vendesse ad un prezzo > 0 avrebbe un costo comparabile (ci vanno aggiunti i costi di vendita) e un beneficio maggiore di zero (sempre togliendo i costi di vendita) ma questo "vantaggio" sarebbe a discapito di tutti quelli che in questo modo non avrebbero accesso all'informazione, o non potrebbero svilupparci sopra servizi a valore aggiunto. Lo Stato dovrebbe lavorare per il bene comune, e quindi considerare il costo/beneficio su scala sociale, altrimenti e' normale che sia considerato "nemico del popolo" come spesso succede in Italia. --strk; _______________________________________________ [hidden email] http://lists.gfoss.it/cgi-bin/mailman/listinfo/gfoss Questa e' una lista di discussione pubblica aperta a tutti. I messaggi di questa lista non hanno relazione diretta con le posizioni dell'Associazione GFOSS.it. 638 iscritti al 28.2.2013 |
On Thu, Apr 04, 2013 at 10:14:02AM +0200, Sandro Santilli wrote:
> On Thu, Apr 04, 2013 at 02:53:15AM +0200, aperi2007 wrote: > > > Una volta che una informazione è posseduta anche da altri, il suo > > valore decade notevolmente fino a essere zero. > > Parli del "valore di mercato", ovvero: quanto riesco a farmi pagare > per trasferire questo bene. Piu' il bene scarseggia, a parita' di domanda, > maggiore e' il "valore di mercato". > > Poi c'e' un "costo", che e' quello di produzione. > Quello non cambia. Ed e' stato, solitamente, gia' pagato. > > Un potenziale concorrente valuta se assumersi questo "costo" per > poter ench'esso vendere. Se lo fa, aumenta l'offerta, diminuisce > il "valore di mercato". Il costo complessivo e' raddoppiato (pagato > una volta dal primo produttore e una seconda volta dal concorrente). > > Continuando a tracciare il grafico si arriva ad una situazione in > cui il "valore di mercato" tende allo zero e il "costo di produzione" > tende all'infinito. Beneficiari: coloro i quali hanno nel tempo > acquistato l'informazione (a costo decrescente nel tempo). > > Ora consideriamo l'altra ipotesi: si consente la copia libera. > > Costo di produzione: quello originario, fisso, gia' pagato. > Valore di mercato dell'informazione: tende allo zero. > Beneficiari: tutti gli interessati (immediatamente). > > Il rapporto costo/beneficio e' molto piu' alto nella seconda ipotesi, > laddove si considerino "costo" e "beneficio" come a carico di tutti. > > Ovviamente i rapporti sono differenti da soggetto a soggetto. > Ad esempio il produttore originale che vendesse ad un prezzo > 0 > avrebbe un costo comparabile (ci vanno aggiunti i costi di vendita) > e un beneficio maggiore di zero (sempre togliendo i costi di vendita) > ma questo "vantaggio" sarebbe a discapito di tutti quelli che in questo > modo non avrebbero accesso all'informazione, o non potrebbero svilupparci > sopra servizi a valore aggiunto. > > Lo Stato dovrebbe lavorare per il bene comune, e quindi considerare > il costo/beneficio su scala sociale, altrimenti e' normale che sia > considerato "nemico del popolo" come spesso succede in Italia. > Concordo in toto. Personalmente mi sento di collaborare alla produzione di un dato - come di un software - quando so che esiste una condivisione paritaria. Per lo stesso motivo per cui apprezzo GPL rispetto a BSD/MIT/X ritengo che i dati debbano essere liberi e non aperti. Ed è lo stesso motivo per cui apprezzerei maggiormente licenze 'virali' per progetti crowdsourcing come lo stesso OSM. Che invece - se capisco e ricordo bene - è esposto al rischio della non paritarietà: posso prendere quei dati, integrarli/modificarli e usarli senza restituire niente alla comunità. Sbaglio? -- Francesco P. Lovergine _______________________________________________ [hidden email] http://lists.gfoss.it/cgi-bin/mailman/listinfo/gfoss Questa e' una lista di discussione pubblica aperta a tutti. I messaggi di questa lista non hanno relazione diretta con le posizioni dell'Associazione GFOSS.it. 638 iscritti al 28.2.2013 |
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Il giorno 04 aprile 2013 01:56, aperi2007 <[hidden email]> ha scritto:
Allora ho totalmente frainteso le posizioni. E' ovvio che nessuno vuole che un terzo faccia pagare il dato pubblico come suo.
Il punto è sullo Share Alike (tipo Odbl). E' su questo che stavamo disquisendo, no? Ovvero, se il terzo è costretto a ridistribuire derivazioni e migliorie rispetto al dato originale. A me sembra di capire che Paolo, Sandro, e altri vorrebbero questo, o sbaglio?
Scusa Andrea, mi sfugge la tua logica questo punto. Con questa frase intendevo riaffermare quanto detto sopra: il diritto sul lavoro PRODOTTO DA UN TERZO SOGGETTO sulla base del dato aperto. Qui c'è una visione di base su cui forse non convergeremo, ma a mio avviso su quel lavoro la PA (e i cittadini) non dovrebbero pretendere un diritto.
Vabbè, Andrea, anche il condominio non era proprio un esempio calzante, e neanche gli ombrelloni :) Comunque, siamo quindi d'accordo che il terzo non può lucrare sul dato originale (così com'è, preso all'origine) ma ha tutto il diritto di farlo su dati derivati?
giovanni
Giovanni Allegri website: http://giovanniallegri.it _______________________________________________ [hidden email] http://lists.gfoss.it/cgi-bin/mailman/listinfo/gfoss Questa e' una lista di discussione pubblica aperta a tutti. I messaggi di questa lista non hanno relazione diretta con le posizioni dell'Associazione GFOSS.it. 638 iscritti al 28.2.2013 |
In reply to this post by Andrea Peri
I costi sostenuti dalla PA? Hai dei dati per valutare quanto margine di costo è coperto dai ricavi delle vendite rispetto a quanto coperto dai soldi pubblici?
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In reply to this post by Francesco P. Lovergine
Aiutatemi a capire a cosa vi riferite. Si sta parlando solo del dato originale o anche di dati derivati? Vorreste che la licenza fosse una "Alike" anche sul dato derivato?
Vedo il parallelo che divide chi "professa" un mondo tutto GPL, e chi invece sostiene licenze anche più leggere (dalla LGPL, giù fino alla MIT). Ritengo che dovremmo tutelare nel modo più efficace ed assoluto possibile il dato originale, in modo che i furbetti non se lo rivendino e non carichino il prezzo della proprio opera anche di questi dati. Però, se miglioro il dato, devo essere libero di vendere quel dato migliorato al prezzo del miglioramento.
giovanni Il giorno 04 aprile 2013 11:39, Francesco P. Lovergine <[hidden email]> ha scritto:
Giovanni Allegri website: http://giovanniallegri.it _______________________________________________ [hidden email] http://lists.gfoss.it/cgi-bin/mailman/listinfo/gfoss Questa e' una lista di discussione pubblica aperta a tutti. I messaggi di questa lista non hanno relazione diretta con le posizioni dell'Associazione GFOSS.it. 638 iscritti al 28.2.2013 |
In reply to this post by Francesco P. Lovergine
> Concordo in toto. Personalmente mi sento di collaborare alla produzione > di un dato - come di un software - quando so che esiste una condivisione > paritaria. Infatti io sono dell'idea che si usano le licenze di tipo share a like nei casi di dati di progetti di comunita' come openstreetmap ma non in quelli della pubblica amministrazione in quanto i dati vengono prodotti. > Per lo stesso motivo per cui apprezzo GPL rispetto a BSD/MIT/X > ritengo che i dati debbano essere liberi e non aperti. Ed è lo stesso > motivo per cui apprezzerei maggiormente licenze 'virali' per progetti > crowdsourcing come lo stesso OSM. Che invece - se capisco e ricordo bene - > è esposto al rischio della non paritarietà: posso prendere quei dati, > integrarli/modificarli e usarli senza restituire niente alla comunità. > Sbaglio? Sbagli. La licenza di OpenStreetMap e' la ODbL che ha mandato in "pensione" (per i dati) la CC-BY-SA. Il problema nasce sul diritto sui generis (ho gia' scritto piu' volte, ma se serve faccio un copia incolla). La ODbL impone di restituire le modifiche ai dati e di esporre i dati con cui si sono sviluppati i servizi, ma non impone alcune vincoli sui prodotti derivati. Per fare un esempio pratico: se modifico i dati di openstreetmap, questi vanno redistribuiti con lo stesso tipo di licenza (o, meglio, andando a re-inserirli in openstreetmap), ma se da questi creo una mappa, il vincolo che mi viene chiesto e' quello di citare il fatto che sto usando quei dati, ma poi non ho alcun vincolo. Nel caso opposto invece la CC-BY-SA non pone nessun vincolo sul diritto sui generis. Tra l'altro nella versione 3.0 italiane e' esplicitamente scritto[1], tant'e' che molte pa intelligenti, anche nel caso della CC-BY, hanno dichiarato l'uso della versione 2.5). Tornando alla questione: con una CC (almeno fino alla versione 3.0) non si garantisce la protezione del diritto sui generis, andando poi nel caso della CC-BY-SA, ci si ritrova che i prodotti derivati debbano, per licenza, essere distribuiti come CC-BY-SA Per dirla in maniera assurda: una infografica che si inserisce in un giornale, prodotta da dati rilasciati con licenza cc-by-sa, potrebbe voler dire che i contenuti dell'intero giornale (o forse solo della pagina) debbano essere distribuiti in quel modo. In generale comunque le clausole di "share a like" sui dati creano problemi in quanto i dati, essendo una materia diversa da applicazioni e librerie, generano nuovi dati dall'unione di altri. Quando poi questi si uniscono a dati che non possono essere resi pubblici per varie ragioni (privacy, segreto statistico, segreto militare, flora e fauna protetta, segreto aziendale ecc...), allora le cose si complicano ancora di piu'. E' pertanto senso comune nella comunita' dell'open government data e dallo specchio di quello che fanno poi i governi, cercare di utilizzare il concetto di share a like sono in casi molto precisi. Come scritto poi nella legge sui dati della regione piemonte [1] http://www.creativecommons.it/3.0 _______________________________________________ [hidden email] http://lists.gfoss.it/cgi-bin/mailman/listinfo/gfoss Questa e' una lista di discussione pubblica aperta a tutti. I messaggi di questa lista non hanno relazione diretta con le posizioni dell'Associazione GFOSS.it. 638 iscritti al 28.2.2013 |
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> Torniamo al punto: > * vogliamo dati liberi, su questo non ci piove > * ci dividiamo invece sul fatto che la liberta' debba essere una proprieta' ereditabile. > Piu' leggo, piu' mi convinco che debba esserlo, nell'interesse di tutti. Direi che sarebbe il caso di circoscrivere meglio: ci dividiamo sul fatto che l'accesso ai dati generati dalla pubblica amministrazione debbano o non debbano avere il vincolo che i prodotti derivati da questi dati non possano essere chiusi. Si tratta di un caso specifico che puo' essere poi preso in considerazione caso per caso (e parlo di dati e non, in particolare, di geodati), non si tratta di mettere in discussione il fatto che la libertà debba essere una proprietà ereditabile. > Esempio 1: ESRI sta prendendo e impacchettando tutti i dati significativi che trova, > in un suo servizio online; uno sviluppatore di recente ha scritto un plugin per QGIS, > in modo che tutti possano utilizzare gli stessi dati; il plugin non e' pubblicabile, > perche' viola la licenza che ESRI ha imposto sui dati; risultato: chi usa sw > proprietario ha un vantaggio rispetto a chi usa sw libero, *grazie* alla non > ereditarieta' della liberta' dei dati. Anche se scrivi "viola la licenza che ESRI ha imposto sui dati", mi sembra che quello che esri (che non mi piace) mi vuole vendere, rimane un servizio. Mi sembra quindi che stai parlando di servizi e non di dati. Due concetti diversi, tant'e' che due licenze share a like usati per i dati, su questo, si dividino. Parlo di CC-BY-SA e ODbL. La prima non ti protegge il diritto sui generis (e quindi se ho modificato/arricchito i dati, comunque non sono obbligato a restituirli) ma ti protegge le opere derivate, la seconda, invece, ti protegge il diritto sui generis, ma nelle opere derivate, ti vincola solo a dichiarare che stai usando quei dati. Ammetto che e' vero quello che dici, ma nel libero mercato ci deve essere spazio per tutti. Il software libero non si e' mai posto di mettere il vincolo anche sui dati e contenuti che produce. > Esempio 2: una grossa amministrazione pubblica mette su un webGIS, basato su Google > Maps, non ascoltando le mie indicazioni (scopre poi, una volta online, che nel suo > caso e' richiesto un pagamento significativo). Piu' dati liberi ma non ereditari si > mettono in giro, piu' il servizio di Google diventa attraente, e ipercompetitivo, > mettendo fuori mercato soluzioni alternative. Su caso specifico di Google Maps si apre una questione completamente diversa: può una amministrazione pubblica mostrare informazione che fa discriminazione su attività commerciali (o non) presenti sul territorio? Sposto leggermente l'asse da Google Maps a Youtube, in quanto il concetto non cambia se non nei mezzi. Il comune X mostra un video su youtube con un comunicato ai cittadini. Il video e' su youtube e, pertanto, oltre al comunicato, arrivano banner o video pubblicitari. Ergo, anche se Google Maps fosse meglio, comunque mi offre un servizio che una PA non dovrebbe usare. > Si possono fare altri esempi, anche fuori dell'ambito geografico, ma credo che la > questione sia chiara. > Chi dice che tutti possono fare le stesse cose di Google o ESRI, o e' un ingenuo, o > e' in malafede: pensate davvero che ci sia una piccola o media impresa italiana che > possa mettere su una server farm anche lontanissimamente paragonabile a quella di > Google? O che abbia risorse da investire quanto quelle dei monopolisti del settore > geografico? Suvvia! Concordo e non concordo. A parte che Google, prima di essere Google, era una startup (ergo una PMI), penso che una pmi che deve cominciare a presentarsi sul mercato dovrebbe avere, quantomeno dal pubblico, la possibilità di partire nella maniera più agevole possibile. Rimane poi il fatto che una grande azienda sarà difficilmente specifica su un area precisa di territorio. E i dati, di qualsiasi natura, nella maggior parte dei casi descrivono un territorio. > Piu' un generale: qual e' il vantaggio di consentire la privatizzazione? > Secondo me chi la sostiene fa, consapevolmente o meno, gli interessi delle grandi > aziende del settore, e non quelli del popolo italiano. E neppure delle aziende italiane. penso di essere consapevole di quello che dico e non penso ne di fare gli interessi delle grandi aziende del settore e nemmeno un danno all'Italia. Devo forse supporre che tutte le nazioni che stanno aprendo dati facendo uso di licenze liberali stanno facendo del male? La cosa che mi sorprende e' che questa argomentazione, su questa ML, c'e' da anni, e negli ultimi 3 anni e' stato anche riportato piu' volta cosa si intenda per open data, scrivendo sul wiki e su documenti che dovevano poi diventare riferimenti (esattamente come l'idea di "Chi e' Giancarlo") Questa volta ne e' uscito un dibattito acceso che, mi auguro, portera' ad una visione condivisa. _______________________________________________ [hidden email] http://lists.gfoss.it/cgi-bin/mailman/listinfo/gfoss Questa e' una lista di discussione pubblica aperta a tutti. I messaggi di questa lista non hanno relazione diretta con le posizioni dell'Associazione GFOSS.it. 638 iscritti al 28.2.2013 |
In reply to this post by Francesco P. Lovergine
On Thu, 4 Apr 2013 11:39:57 +0200, Francesco P. Lovergine wrote:
> Concordo in toto. Personalmente mi sento di collaborare alla > produzione > di un dato - come di un software - quando so che esiste una > condivisione > paritaria. Per lo stesso motivo per cui apprezzo GPL rispetto a > BSD/MIT/X > ritengo che i dati debbano essere liberi e non aperti. Ed è lo stesso > motivo per cui apprezzerei maggiormente licenze 'virali' per progetti > crowdsourcing come lo stesso OSM. Che invece - se capisco e ricordo > bene - > è esposto al rischio della non paritarietà: posso prendere quei dati, > integrarli/modificarli e usarli senza restituire niente alla > comunità. > Sbaglio? > no, non mi pare che sbagli, anzi hai decisamente ragione. ma vale per i dati che vengono prodotti da una community che si e' dotata di una infrastrutture "pensata apposta" proprio per consentire l'interazione di numerosi utenti, rendendo semplice e facile l'editing da parte di molti soggetti autonomi. e' il meccanismo tipico p.es. di Wikipedia, e pure di OSM: chiaro che in questi casi una clausola "virale" di tipo ShareAlike e' piu' che opportuna, visto che l'intero progetto sta in piedi proprio grazie alla collaborazione e condivisione tra molti soggetti. completamente diverso e' il caso delle PA, in cui ben difficilmente possiamo dire che esistono progetti collaborativi e cooperativi; di fatto esiste un unico "produttore" (che per inciso, e' chiamato a rispondere ufficialmente dell'attendibilita' del dato). ergo, non ha molto senso pratico imporre clausole ShareAlike in questi contesti, visto che non producono ritorni utili. e quindi, come gia' ricordava Napo, la tendenza prevalente e' quella di adottare licenze CC-BY ed al limite anche CC-0 (public domain), visto che sono quelle "piu' economiche" per l'Ente. nel senso che non generano nessun ulteriore costo indotto, se non quello marginale richiesto per mettere in piedi l'infrastruttura di pubblicazione dei dati; e per inciso, l'Ente potrebbe anche legittimamente richiedere il pagamento di un "ragionevole corrispottetivo" da parte dei fruitori dei servizi di pubblicazione. del resto, non sono certo novita'; sono precise posizioni "ufficiali" dell'associazione, frutto di un'elaborazione collettiva che vide la vivace partecipazione di molti Soci, e che vennero a suo tempo formalizzate nel documento di Bologna [1] ciao Sandro [1] http://www.gfoss.it/drupal/opendata -- Il messaggio e' stato analizzato alla ricerca di virus o contenuti pericolosi da MailScanner, ed e' risultato non infetto. _______________________________________________ [hidden email] http://lists.gfoss.it/cgi-bin/mailman/listinfo/gfoss Questa e' una lista di discussione pubblica aperta a tutti. I messaggi di questa lista non hanno relazione diretta con le posizioni dell'Associazione GFOSS.it. 638 iscritti al 28.2.2013 |
In reply to this post by Andrea Peri
On Thu, 4 Apr 2013 09:25:34 +0200, Andrea Peri wrote:
> Spiegami questo dettaglio: > > I qui ci leggo che i datsets Landsat 7 sono gratuiti. > > Non sono cosi' esperto, ma questo implica forse che essendo gratutiti > uno puo' riprenderseli e rivenderli a sua volta dopo averli > migliorati > con qualche metodica, facendoli pagare a come se fossero un dataset > nuovo di zecca e quindi a costo pieno come se avesse spedito lui i > satelliti in orbita ? > si, e' proprio esattamente cosi'. vedi p.es. il dataset TrueMarble rilasciato da Unearthed Outdoors, che e' semplicemente una rielaborazione "artificiale" basata su un collage di moltissime foto Landsat. l'ovvio valore aggiunto in questo caso consiste in: - ricalibrazione dei colori per ottenere un "effetto naturale" e condizioni di luce costanti - riproiettazione delle coordinate nel sistema WGS84 - ma soprattutto: accurata minimazzazione della copertura nuvolosa. come puoi vedere, le versioni a bassa risoluzione (fino a 250 m/pixel) sono liberamente disponibili sotto licenza CC-BY [1] se sei disposto a spendere, puoi ottenre una versione a piena risoluzione (15 m/pixel), che puo' arrivare a costarti anche ben 60mila dollaroni [2] ma TrueMarble non e' certo l'unico caso: esistono sul mercato, e da svariati anni, diversi altri datasets piu' o meno rielaborati su base Landsat, ed in genere sono tutti a pagamento (piu' o meno salato, dipende dai casi). TrueMarble fa lodevolmente eccezione alla regola, perche' almeno ha deciso saggiamente di rilasciare liberamente le versioni a bassa risoluzione. ciao Sandro [1] http://www.unearthedoutdoors.net/global_data/true_marble/download [2] http://www.unearthedoutdoors.net/global_data/true_marble/purchase -- Il messaggio e' stato analizzato alla ricerca di virus o contenuti pericolosi da MailScanner, ed e' risultato non infetto. _______________________________________________ [hidden email] http://lists.gfoss.it/cgi-bin/mailman/listinfo/gfoss Questa e' una lista di discussione pubblica aperta a tutti. I messaggi di questa lista non hanno relazione diretta con le posizioni dell'Associazione GFOSS.it. 638 iscritti al 28.2.2013 |
Ecco, su questo non sarei d'accordo. Il costo del dato non dovrebbe essere pieno, ma limitato al lavoro di rielaborazione... giovanni _______________________________________________ [hidden email] http://lists.gfoss.it/cgi-bin/mailman/listinfo/gfoss Questa e' una lista di discussione pubblica aperta a tutti. I messaggi di questa lista non hanno relazione diretta con le posizioni dell'Associazione GFOSS.it. 638 iscritti al 28.2.2013 |
In reply to this post by Andrea Peri
On Thu, 4 Apr 2013 00:13:05 +0200, Andrea Peri wrote:
> E aggiungo un dettaglio per niente trascurabile. > Partendo da un principio di cui sono profondamente convinto: > Anche nei dati geografici il time-to-market è un parametro > essenziale. > trovo questa considerazione di Adrea decisamente opportuna; e ci consente sicuramente di approfondire meglio alcuni aspetti che generalmente vengono fraintesi e che possono generare numerosi equivoci. (vedi sotto) On Thu, 04 Apr 2013 02:17:46 +0200, aperi2007 wrote: > Forse qualche vecchio pacchetto di dati ormai degno della soffitta . > IO sapevo che l'ordnance survey li fa pagare eccome i suoi dati. > > http://www.shop.ordnancesurveyleisure.co.uk/ > > Io qui ci vedo un bel sistema di accounting per pagare quello che si > compra... > > Quello che ti fanno fare gratuitamente, è stampare come gia' molti in > Italia qualche mappa via internet. > Ma se vuoi i dati vettoriali e li vuoi con licenza che ti consenta di > rivenderli devi aprire ben bene i cordoni della borsa. > > E anche alla usgs.gov qualcosa di gratuito te lo danno pure, > http://www.usgs.gov/pubprod/ > come la ustopo, > Ma ci sta anche roba a pago. > In questa fawq parlno di roba acquistabile... > http://ask.usgs.gov/prices/faqs_prices_usgs_products.html > > Certo si parla di mappe stampate , ma ci sono anche CD di dati e poca > roba scaricabile. > > Molta roba non è disponibile . > :) > si, e' proprio esattamente cosi'. c'e' un'apparente contraddizione (ci torneremo sopra piu' avanti): nelle altre nazioni e' praticamente scontato trovare numerosi datasets geografici messi liberamente a disposizione come open data. questo pero' non sempre significa necessariamente "dati freschi" e/o "dati ad altissima risoluzione". molto spesso si tratta di vecchie carte topografiche scannerizzate degli anni '70; in altri casi si tratta di rilievi a media scala (p.es. il mitico TIGER dell'US Census Bureau) con infiniti dati su tutti i confini amministrativi (fino al livello di sezione elettorale), strade, ferrovie, stazioni, ponti, fiumi, uso del suolo, aeroporti etc. curioso: ci trovate anche le coordinate esatte dei silos di lancio dei missili balistici nucleari e di tutte le basi dell'US Army, US Navy ed US Air Force (correttemente: dopo tutto sono enti pubblici pagati con le tasse dei contribuenti, che hanno diritto a sapere) :-) ma quasi in nessun caso si tratta di quel che qua in Italia intendiamo come una CTR; onestamente, non mi e' mai capitato di trovare materiali open data a livello di dettaglio spinto: e' tutta roba ottima per le scale medie, ma sicuramente carente sul dettaglio fine; ben difficilmente si arriva a vedere p.es. il singolo edificio, al massimo sono rappresentate le aree urbanizzate. piu' o meno le stesse considerazioni valgono anche i vari datasets satellitari rilasciati da USGS e NASA: - sono matriali a bassa risoluzione (SRTM, Landsat): OrbView e' ad alta risuluzione, ma ha una distribuzione discontinua "a macchie di leopardo" - in ogni caso si tratta di materiali relativamente "stagionati", vecchi in alcuni casi di decenni: anche i piu' recenti sorvoli Landsat vengono sempre pubblicati con qualche settimana di ritardo, non sono mai "real time" On Thu, 04 Apr 2013 02:17:46 +0200, aperi2007 wrote: > Forse qualche vecchio pacchetto di dati ormai degno della soffitta . > dipende tutto dall'uso che intendi farne: - se vuoi progettare una casa o un ponte, materiali vecchi di un solo anno sono probabilmente poco utili. - per scopi militari / protezione civile, gia' materiali vecchi di pochi giorni (ore ??) sono presumibilmente del tutto inutili - se invece vuoi realizzare un sistema informativo per la mobilita' ed i trasporti pubblici un grafo stradale vecchio di qualche annetto potrebbe comunque rivelarsi ragionevolmente adeguato; per le reti ferroviare potrebbe anche andare bene un grafo vecchio di decenni; come DEM di sfondo potresti tranquillamente metterci sotto roba vecchia di venti anni e passa, nessuno noterebbe mai la differenza rispetto ad un rilievo del terreno fatto oggi. - se devi calcolare un modello idrografico regionale dell'intero bacino del Po immagino che anche usare punti quota rilevati svariati decenni or sono non faccia poi grande differenza (mi perdonino Madi, Markus ed Antonello se dico qualche fesseria) :-) - se sei un archeologo oppure uno storico (ma pure un paesaggista o un pianificatore ambientale) trovare mappe vecchie di cinquanta o anche cento anni e' una vera benedizione del cielo. conclusione: non possiamo dare per scontato che i GeoOpenData devono necessariamente servire solo ed esclusivamente nei classici ambiti di utilizzo del GIS (all'osso: urbanistica, lavori pubblici, geologia). certo, e' indubbio che in questi ambiti professionali specifici il time-to-market e' un paramento assolutamente critico, cosi' come l'elevata risoluzione e la totale accuratezza dei rilievi. ma esistono anche infiniti altri ambiti applicativi (turismo, beni culturali, escursionismo, mobilita', trasporti, sanita', servizi sociali, ambiente, geomarketing ...) in cui i supporti geografici possono essere comunque di enorme utilita', e possono anche mettere in moto un indotto economico per nulla trascurabile. ed in tutti questi casi non sempre e' detto che un livello di aggiornamento ultra-recente ed un livello di dettaglio molto spinto sia sempre necessario. parrebbe che piu' o meno che tutte le principali esperienze che ci arrivano dall'estero si muovono esattamente lungo queste queste direttrici: rilascio generoso di dati liberi, con pochi o nessun vincolo, ma spesso si tratta di materiali un po' "stagionati" e molto raramente ad elevata risuluzione. bicchiere mezzo pieno o bicchiere mezzo vuoto ? ... dipende ovviamente dai punti di vista (e da cosa ci vuoi/devi fare); quel che invece e' certo e' che troppo spesso in Italia la soluzione e' ancora quella del "bicchiere completamente vuoto" (salvo lodevoli eccezioni in rapido aumento, ma non ancora universalmente adottate) ciao Sandro -- Il messaggio e' stato analizzato alla ricerca di virus o contenuti pericolosi da MailScanner, ed e' risultato non infetto. _______________________________________________ [hidden email] http://lists.gfoss.it/cgi-bin/mailman/listinfo/gfoss Questa e' una lista di discussione pubblica aperta a tutti. 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In reply to this post by a.furieri
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Hash: SHA1 Il 04/04/2013 12:36, [hidden email] ha scritto: > completamente diverso e' il caso delle PA, in cui ben difficilmente > possiamo dire che esistono progetti collaborativi e cooperativi; di > fatto esiste un unico "produttore" (che per inciso, e' chiamato a > rispondere ufficialmente dell'attendibilita' del dato). > ergo, non ha molto senso pratico imporre clausole ShareAlike in questi > contesti, visto che non producono ritorni utili. questo e' stato smentito da quello che considero forse l'approccio piu' innovativo e avanzato: http://lists.gfoss.it/pipermail/gfoss/2013-March/026479.html non capisco bene questa discussione; a senso, dovremmo essere tutti dalla parte della massima liberalizzazione. Come mai qualcuno invece difende la privatizzazione? Scusate se ripeto la mia domanda precedente, ma cui prodest? Al cittadino? Alle piccole aziende? A me pare che se ne possano avvantaggiare solo i grandi, e soprattutto chi opera in ambito di quasi monopolio. Saluti - -- Paolo Cavallini - Faunalia www.faunalia.eu Full contact details at www.faunalia.eu/pc Nuovi corsi QGIS e PostGIS: http://www.faunalia.it/calendario -----BEGIN PGP SIGNATURE----- Version: GnuPG v1.4.12 (GNU/Linux) Comment: Using GnuPG with Mozilla - http://enigmail.mozdev.org/ iEYEARECAAYFAlFdbUoACgkQ/NedwLUzIr7F3QCfaF74ta5ZVENnkaM7LzPHHsqd EEUAnj4yiHP7mJqJ/3woDhpD1Fz5IhAA =HeVW -----END PGP SIGNATURE----- _______________________________________________ [hidden email] http://lists.gfoss.it/cgi-bin/mailman/listinfo/gfoss Questa e' una lista di discussione pubblica aperta a tutti. I messaggi di questa lista non hanno relazione diretta con le posizioni dell'Associazione GFOSS.it. 638 iscritti al 28.2.2013 |
Chicago rilascia i dati con licenza MIT. Non credo sia la più appropriata per un dataset, comunque si avvicina più ad una CC-BY che non ad una CC-BY-SA. Io Paolo continuo invece a non capire perché, se uno applica un algoritmo, sviluppato con tanto lavoro, per generalizzare magnificamente un grafo stradale (in origine pubblico), debba essere costretto a rilasciare il dato generalizzato allo stesso modo del dato originale. A me sembrerebbe giusto poter distribuire come ritengo più opportuno quel dato elaborato, e farlo pagare per il costo del lavoro che mi è servito ad applicare (e realizzare) l'algoritmo. Non sto facendo favoritismi, sto solo sostenendo la giusta ricompensa per il lavoro originale fatto.
giovanni Il giorno 04 aprile 2013 14:08, Paolo Cavallini <[hidden email]> ha scritto: -----BEGIN PGP SIGNED MESSAGE----- Giovanni Allegri website: http://giovanniallegri.it _______________________________________________ [hidden email] http://lists.gfoss.it/cgi-bin/mailman/listinfo/gfoss Questa e' una lista di discussione pubblica aperta a tutti. I messaggi di questa lista non hanno relazione diretta con le posizioni dell'Associazione GFOSS.it. 638 iscritti al 28.2.2013 |
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Hash: SHA1 Il 04/04/2013 14:16, G. Allegri ha scritto: > Io Paolo continuo invece a non capire perché, se uno applica un algoritmo, sviluppato > con tanto lavoro, per generalizzare magnificamente un grafo stradale (in origine > pubblico), debba essere costretto a rilasciare il dato generalizzato allo stesso modo > del dato originale. A me sembrerebbe giusto poter distribuire come ritengo più > opportuno quel dato elaborato, e farlo pagare per il costo del lavoro che mi è > servito ad applicare (e realizzare) l'algoritmo. Non sto facendo favoritismi, sto > solo sostenendo la giusta ricompensa per il lavoro originale fatto. ti ha gia' risposto Andrea: perche' stai usando una cosa che ti arriva gratis, ed e' equo che tu restituisca. E' esattamente come con i programmi: ci sono dei buontemponi che mi dicono "eh, ma non e' mica giusto che io sia costretto a regalare il frutto del mio lavoro" quando il loro lavoro e' usare le librerie di qgis, metterci una ventina di righe di codice, e fare un plugin. questo mi ricorda il cosiddetto "comunismo delle biciclette": va bene condividere il tuo, ma quello che e' mio e' mio. quanto a far pagare: guarda che nel commercio non si fa pagare il lavoro, ma il valore: anche se il tuo lavoro e' una porzione infinitesima del prodotto totale, lo puo vendere lo stesso ad un prezzo molto alto. In ogni caso, insisto: qualcuno qui pensa di guadagnarci, come cittadino o come impresa, dalla mancanza di ereditarieta'? Io personalmente sono convinto di rimetterci, da entrambe i punti di vista, e sono contrario. Saluti. - -- Paolo Cavallini - Faunalia www.faunalia.eu Full contact details at www.faunalia.eu/pc Nuovi corsi QGIS e PostGIS: http://www.faunalia.it/calendario -----BEGIN PGP SIGNATURE----- Version: GnuPG v1.4.12 (GNU/Linux) Comment: Using GnuPG with Mozilla - http://enigmail.mozdev.org/ iEYEARECAAYFAlFdcgMACgkQ/NedwLUzIr6pggCgiMv0SNVIz2/wO16ahc5DeSCD SIYAoKzovFRy9nQXD8X4yRqbU8BNOhev =IAJA -----END PGP SIGNATURE----- _______________________________________________ [hidden email] http://lists.gfoss.it/cgi-bin/mailman/listinfo/gfoss Questa e' una lista di discussione pubblica aperta a tutti. I messaggi di questa lista non hanno relazione diretta con le posizioni dell'Associazione GFOSS.it. 638 iscritti al 28.2.2013 |
Su questo potremmo parlare per giornate intere, tanto non arriveremo a pensarla allo stesso modo :) Il valore sarò proporzionato al lavoro che mi è stato necessario mettere in atto per generarlo, il che può contemplare anche la competenza, la specializzazione, ecc.
Se il valore del dato originale fosse 1000 e ritengo che il valore della generalizzazione sia 1, ritengo giusto vendere quel dato, bello pulito e dritto, al costo di 1. Mi dirai che il dato ripulito hai in sé anche il valore 1000 del dato originale. Certo, ma quello resta comunque a disposizione di tutti, mica lo rubo o lo rivendo!
In ogni caso, insisto: qualcuno qui pensa di guadagnarci, come cittadino o come Perché ci rimetti? Io vendendo il dato ripulito che danni faccio rispetto allo stato iniziale, ovvero del dato originale pubblicamente disponibile?
Sto difendendo entrambi gli interessi: quelli del cittadino, di non vedere un privato lucrare sul dato originale di per sé, e di poter disporre delle stesse potenzialità di impiego; quelli di chi vuole sviluppare un business su quel dato, e tutelarne la creatività.
giovanni Saluti. Giovanni Allegri website: http://giovanniallegri.it _______________________________________________ [hidden email] http://lists.gfoss.it/cgi-bin/mailman/listinfo/gfoss Questa e' una lista di discussione pubblica aperta a tutti. I messaggi di questa lista non hanno relazione diretta con le posizioni dell'Associazione GFOSS.it. 638 iscritti al 28.2.2013 |
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