Riflessioni della domenica pomeriggio su OSM ed emergenze

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Riflessioni della domenica pomeriggio su OSM ed emergenze

Stefano Costa
Ciao GFOSS,
anche questa volta (di disastri ne abbiamo visti negli ultimi anni) è
stato possibile dare un contributo da lontano alla gestione
dell'emergenza e dei soccorsi. C'erano le persone, c'era
l'infrastruttura, sono arrivati i dati che servivano. Io poi credo
sempre che finiamo per dare troppa visibilità a queste iniziative,
perché per uscire dall'emergenza ci vuole altro, ma mi sembrano comunque
esperienze importanti, da consolidare nel tempo. Ma questa domenica
pomeriggio volevo condividere un'altra riflessione.

L'emergenza non è il maltempo, ma la cattiva gestione del territorio.
Non mi interessa discutere del lato politico di questo problema. Quello
che vorrei è invece capire se e quanto sia possibile fare per conoscere,
evidenziare e curare questo problema con lo stesso spirito di chi
ricalca le mappe per aiutare durante i soccorsi. Lo so che ci sono
intere amministrazioni e associazioni che fanno esattamente questo, ma
forse non basta, e forse possiamo fare qualcosa per supportare questo
tipo di lavoro dove c'è già. Abbiamo a disposizione i dati sul pericolo
idrogeologico? Pubblichiamo le mappe in rete, contiamo quante
costruzioni sono nelle zone a rischio, facciamo girare queste
informazioni, facciamo da megafono a chi già ha fatto gli studi del
caso. Se i dati non ci sono, facciamoli uscire. È da tempo che tra di
noi ci ripetiamo che gli open data sono solo uno strumento: questo
sarebbe un fine, importante e urgente. Certamente non l'unico possibile
ma ...

Vorrei sapere cosa ne pensate. Poi magari se la cosa non morisse qui tra
le righe della mailing list sarebbe anche più bello.

Ciao,
steko
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http://lists.gfoss.it/cgi-bin/mailman/listinfo/gfoss
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Re: Riflessioni della domenica pomeriggio su OSM ed emergenze

aborruso
Administrator
Ciao steko,
l'idea mi piace moltissimo e sono disponibile a lavorare per costruirla e diffonderla.

E' un'iniziativa secondo me per chiunque voglia dare un contributo attivo e non soltanto GFOSS; su questo sono certo che sarai d'accordo.

Oggi devo chiudere di fretta.

Gran bella idea
Andrea Borruso

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twitter: https://twitter.com/aborruso
website: https://medium.com/tantotanto
38° 7' 48" N, 13° 21' 9" E
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Re: Riflessioni della domenica pomeriggio su OSM ed emergenze

Maurizio Trevisani
In reply to this post by Stefano Costa
Condvido.

Ho proposto una iniziativa di "pressione": vedi
https://mail.google.com/mail/u/0/h/1l02gr4x4n1sm/?&v=c&s=a&th=1428a97c4b1073e8

Leggo in http://www.gfoss.it/drupal/associazione

L'associazione si prefigge di:

    Favorire lo sviluppo, la diffusione e la tutela del software
esclusivamente libero ed open source per l'informazione geografica;
    Promuovere gli standard aperti per l'informazione geografica e il
libero accesso ai dati geografici;
    Promuovere i contatti all'interno della comunità di utenti e
sviluppatori del software libero ed open source per l'informazione
geografica, e fra la comunità e gli enti esterni;
    Favorire e coordinare la traduzione, la localizzazione e
l'internazionalizzazione di programmi e manuali per l'informazione
geografica;
    Promuovere relazioni con altre Associazioni Nazionali ed
Internazionali e con Enti Pubblici e Privati.

e

L'Associazione Italiana per l'Informazione Geografica libera
(GFOSS.it) è un'associazione di promozione sociale costituita nella
primavera del 2007, al fine di favorire lo sviluppo, la diffusione e
la tutela del software esclusivamente libero ed open source per
l'informazione geografica e di promuovere gli standard aperti per
l'informazione geografica e il libero accesso ai dati geografici in
Italia.


Tutto questo è assolutamente in linea con le decisioni assunte con la
Convenzione di Aarhus (
http://www.regione.toscana.it/documents/10180/1060591/Convenzione+di+Aarhus.pdf/d27ec148-7a23-42f5-b574-67329303e9ab
), che vincola ed indirizza le iniziative normative dell'Europa e
degli stati membri.

L'Associazione può svolgere un ruolo importante di "pressione" e di
raccordo di tante iniziative legate all'"Openness", ma dovrebbe
proporsi come interlocutore ai soggetti istituzionali e farsi
portatrice di quelle istanze (standard aperti, diffusione del software
libero (anche all'interno delle PA), libero accesso ai dati
geografici) che riconosce come sua missione.

Uno strumento su cui forse potete investire è anche la GFOSS news che
potreste inviare ai soggetti istituzionali.

Potreste contattare il sistema delle Regioni ( http://www.cisis.it/ )
e proporre la stipula di un accordo di intenti che sottolinei
l'importanza e definisca strategie comuni per la liberalizzazione dei
dati, l'adozione di GFLOSS nelle PA, l'adozione esclusiva di formati
aperti.

Mi piacerebbe poi anche dare seguito, in una forma organizzata ed
istituzionalizzata, alla recente esperienza avviatasi in Sardegna tra
Regione ed OSM.

Vediamo, i tempi sembrano fertili e maturi.

Ciao.



Il 24/11/13, Stefano Costa<[hidden email]> ha scritto:

> Ciao GFOSS,
> anche questa volta (di disastri ne abbiamo visti negli ultimi anni) è
> stato possibile dare un contributo da lontano alla gestione
> dell'emergenza e dei soccorsi. C'erano le persone, c'era
> l'infrastruttura, sono arrivati i dati che servivano. Io poi credo
> sempre che finiamo per dare troppa visibilità a queste iniziative,
> perché per uscire dall'emergenza ci vuole altro, ma mi sembrano comunque
> esperienze importanti, da consolidare nel tempo. Ma questa domenica
> pomeriggio volevo condividere un'altra riflessione.
>
> L'emergenza non è il maltempo, ma la cattiva gestione del territorio.
> Non mi interessa discutere del lato politico di questo problema. Quello
> che vorrei è invece capire se e quanto sia possibile fare per conoscere,
> evidenziare e curare questo problema con lo stesso spirito di chi
> ricalca le mappe per aiutare durante i soccorsi. Lo so che ci sono
> intere amministrazioni e associazioni che fanno esattamente questo, ma
> forse non basta, e forse possiamo fare qualcosa per supportare questo
> tipo di lavoro dove c'è già. Abbiamo a disposizione i dati sul pericolo
> idrogeologico? Pubblichiamo le mappe in rete, contiamo quante
> costruzioni sono nelle zone a rischio, facciamo girare queste
> informazioni, facciamo da megafono a chi già ha fatto gli studi del
> caso. Se i dati non ci sono, facciamoli uscire. È da tempo che tra di
> noi ci ripetiamo che gli open data sono solo uno strumento: questo
> sarebbe un fine, importante e urgente. Certamente non l'unico possibile
> ma ...
>
> Vorrei sapere cosa ne pensate. Poi magari se la cosa non morisse qui tra
> le righe della mailing list sarebbe anche più bello.
>
> Ciao,
> steko
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> I messaggi di questa lista non hanno relazione diretta con le posizioni
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Re: Riflessioni della domenica pomeriggio su OSM ed emergenze

Marco Curreli
In reply to this post by Stefano Costa
Ciao Stefano,

si potrebbe iniziare con una cosa molto semplice e veloce:

creare sul wiki (ammesso che qualcuno lo legga) una pagina simile a quella sui geodati delle regioni, in cui si riportino, regione per regione, tutti i dati disponibili (scaricabili e no) legati al rischio idrogeologico e ad altri rischi (mappe di rischio, studi, dati termopluviometrici etc.).

Per esempio in Sardegna sono scaricabili gli shapefile dello studio del piano delle fasce fluviali, e sono in rete i dati termopluviometrici in tempo reale (sono scaricabili in formato di foglio elettronico i dati di pioggia cumulata, registrati ogni 0.20 mm di pioggia).
Penso che in tutta Italia ci siano tantissimi dati disponibili e scaricabili, e credo anche che molte persone che operano in questo campo non ne siano a conoscenza (o lo siano in modo parziale).

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Re: Riflessioni della domenica pomeriggio su OSM ed emergenze

Stefano Costa
Il 2013-11-24 17:38 Marco Curreli ha scritto:
> Penso che in tutta Italia ci siano tantissimi dati disponibili e
> scaricabili, e credo anche che molte persone che operano in questo
> campo non
> ne siano a conoscenza (o lo siano in modo parziale).

Per dire:
http://www.lastampa.it/medialab/data-journalism/dissesto-idrogeologico
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Re: Riflessioni della domenica pomeriggio su OSM ed emergenze

stefano campus
Administrator
In reply to this post by Stefano Costa
dopo aver visto sulla stampa un'interessantissima statistica sulle conseguenze di attività di versante e fluviale-torrentizia in italia in termini di morti e feriti, a cura dell'irpi, mi viene spontaneo riportare per confronto anche le statistiche ufficiali ISTAT-ACI sulle conseguenze di incidenti stradali.

come potete notare, in un solo anno ci sono più vittime sulla strada che in 50 anni di pericoli naturali...

il perchè la società richieda protezione assoluta dai pericoli naturali, non lo dico io, deriva dalla convinzione che sulla strada la propria competenza sia sufficiente per evitare un incidente o in ogni caso è un'assunzione volontario del rischio, mentre nei confronti dei pericoli naturali si ha quasi un senso di impotenza.

certo che questi numeri messi a confronto, fanno un certo effetto...

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Re: Riflessioni della domenica pomeriggio su OSM ed emergenze

stefano campus
Administrator
In reply to this post by Maurizio Trevisani
maurizio, mi sembra un'ottima idea.
la prossima settimana ci "troviamo" per il secondo consiglio dell'associazione.
lo metto nell'odg (anzi odn visto che riuniamo dalle 22) "fuori sacco" e proviamo a formulare una proposta da sottoporre ai soci.

grazie al solito del tuo interesse e collaborazione

s.
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Re: Riflessioni della domenica pomeriggio su OSM ed emergenze

pcav
In reply to this post by Maurizio Trevisani
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Il 24/11/2013 16:51, Maurizio Trevisani ha scritto:
> Condvido.

> Mi piacerebbe poi anche dare seguito, in una forma organizzata ed
> istituzionalizzata, alla recente esperienza avviatasi in Sardegna
> tra Regione ed OSM.
>
> Vediamo, i tempi sembrano fertili e maturi.

Concordo, mi pare un obiettivo importante, per l'associazione e per la
comunita'.
Saluti.

- --
Paolo Cavallini - www.faunalia.eu
QGIS & PostGIS courses: http://www.faunalia.eu/training.html
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Re: Riflessioni della domenica pomeriggio su OSM ed emergenze

aborruso
Administrator
In reply to this post by Stefano Costa
Ciao steko,
un altro po' di tempo per la tua proposta.
Stefano Costa wrote
Quello che vorrei è invece capire se e quanto sia possibile fare per conoscere,
evidenziare e curare questo problema con lo stesso spirito di chi
ricalca le mappe per aiutare durante i soccorsi. Lo so che ci sono
intere amministrazioni e associazioni che fanno esattamente questo, ma
forse non basta, e forse possiamo fare qualcosa per supportare questo
tipo di lavoro dove c'è già.
Anche io penso che non basti. Penso anche che per fare quello a cui pensi sembra una squadra grande, con attitudini e competenze sparse.
Quindi bisogna fare un passaparola e prima preparare un piccolo testo di proposta. Dovrebbe essere coinvolgente (e tu sei molto bravo) e dovrebbe forse contenere anche un workflow tipo da proporre.

Stefano Costa wrote
Abbiamo a disposizione i dati sul pericolo
idrogeologico? Pubblichiamo le mappe in rete, contiamo quante
costruzioni sono nelle zone a rischio, facciamo girare queste
informazioni, facciamo da megafono a chi già ha fatto gli studi del
caso. Se i dati non ci sono, facciamoli uscire. È da tempo che tra di
noi ci ripetiamo che gli open data sono solo uno strumento: questo
sarebbe un fine, importante e urgente. Certamente non l'unico possibile
ma ...
Mentre si cerca il modo per allargare la base attiva, si potrebbe selezionare un set di dati tipo, partendo da quella regione/provincia/comune che in termini di qualità/completezza/tipo di licenza si presta a essere scelta come caso tipo.
Se il tema scelto (cosa da fare prima di cercare i dataset) è quello da te proposto (rischio idrogeologico), dobbiamo trovare un esperto di dominio (che non è detto sia un Gissaro) che ci dica di cosa ha bisogno.
Infine dare tutto in pasto ai gissari di dominio ;)


Stefano Costa wrote
Vorrei sapere cosa ne pensate. Poi magari se la cosa non morisse qui tra le righe della mailing list sarebbe anche più bello.
Quindi se i miei step hanno senso si tratta di:
1 scrivere un testo di proposta;
2 scegliere le modalità di divulgazione e attivarle;
3 scegliere un campo di applicazione (il tuo mi piace molto);
4 trovare esperto/i di dominio, che indichino i dataset;
5 verificare che questi dati siano raggiungibili e in caso affermativo acquisirli;
6 processarli e produrre nuovi dati di sintesi.

Se tutto questo ha un senso, iniziamo a sviluppare il primo punto?
Vogliamo anche iniziare a indicare in quale casella ognuno di noi si sente/può inserirsi? Io oggi mi sento di poter esser d'aiuto nella 1, la 2, la 4 e la 5 (penso che sia bene alla fine focalizzare soltanto su una).

Mi fermo, perché magari tutto questo ha poco senso.

Saluti,

a
Andrea Borruso

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Re: Riflessioni della domenica pomeriggio su OSM ed emergenze

Massimo Zotti-2
Andrea io credo che invece questa proposta sia molto sensata.

A partire dalla necessità di avere una squadra con competenze diversificate che operi in maniera collaborativa. E l'esempio della Sardegna dimostra ancora una volta come le iniziative virtuose di singole persone possano avere un effetto dirompente, coinvolgendo tante persone volenterose ed offrendo la risposta a problemi che da tempo attendono di essere risolti.

Stai certo che iniziative come quella proposta da Steko possono trovare appoggi insperati, anche da parte delle aziende: quelle che possono essere interessate a supportare approcci innovativi che portino a cambiare i processi, che spesso rappresentano le barriere più difficili da scalfire, come sa chi opera nel nostro settore.

La disponibilità di dati liberi sta contribuendo molto, secondo me, a cambiare certi processi. Bisogna insistere.

Andiamo avanti, io posso aiutarvi sfruttando le opportunità e la rete di relazioni che la mia attività professionale mi permette di costruire. Posso supportarvi su tutti e 6 gli step da te indicati.

Massimo


Il giorno 26 novembre 2013 18:15, aborruso <[hidden email]> ha scritto:
Ciao steko,
un altro po' di tempo per la tua proposta.

Stefano Costa wrote
> Quello che vorrei è invece capire se e quanto sia possibile fare per
> conoscere,
> evidenziare e curare questo problema con lo stesso spirito di chi
> ricalca le mappe per aiutare durante i soccorsi. Lo so che ci sono
> intere amministrazioni e associazioni che fanno esattamente questo, ma
> forse non basta, e forse possiamo fare qualcosa per supportare questo
> tipo di lavoro dove c'è già.

Anche io penso che non basti. Penso anche che per fare quello a cui pensi
sembra una squadra grande, con attitudini e competenze sparse.
Quindi bisogna fare un passaparola e prima preparare un piccolo testo di
proposta. Dovrebbe essere coinvolgente (e tu sei molto bravo) e dovrebbe
forse contenere anche un workflow tipo da proporre.


Stefano Costa wrote
> Abbiamo a disposizione i dati sul pericolo
> idrogeologico? Pubblichiamo le mappe in rete, contiamo quante
> costruzioni sono nelle zone a rischio, facciamo girare queste
> informazioni, facciamo da megafono a chi già ha fatto gli studi del
> caso. Se i dati non ci sono, facciamoli uscire. È da tempo che tra di
> noi ci ripetiamo che gli open data sono solo uno strumento: questo
> sarebbe un fine, importante e urgente. Certamente non l'unico possibile
> ma ...

Mentre si cerca il modo per allargare la base attiva, si potrebbe
selezionare un set di dati tipo, partendo da quella regione/provincia/comune
che in termini di qualità/completezza/tipo di licenza si presta a essere
scelta come caso tipo.
Se il tema scelto (cosa da fare prima di cercare i dataset) è quello da te
proposto (rischio idrogeologico), dobbiamo trovare un esperto di dominio
(che non è detto sia un Gissaro) che ci dica di cosa ha bisogno.
Infine dare tutto in pasto ai gissari di dominio ;)



Stefano Costa wrote
> Vorrei sapere cosa ne pensate. Poi magari se la cosa non morisse qui tra
> le righe della mailing list sarebbe anche più bello.

Quindi se i miei step hanno senso si tratta di:
1 scrivere un testo di proposta;
2 scegliere le modalità di divulgazione e attivarle;
3 scegliere un campo di applicazione (il tuo mi piace molto);
4 trovare esperto/i di dominio, che indichino i dataset;
5 verificare che questi dati siano raggiungibili e in caso affermativo
acquisirli;
6 processarli e produrre nuovi dati di sintesi.

Se tutto questo ha un senso, iniziamo a sviluppare il primo punto?
Vogliamo anche iniziare a indicare in quale casella ognuno di noi si
sente/può inserirsi? Io oggi mi sento di poter esser d'aiuto nella 1, la 2,
la 4 e la 5 (penso che sia bene alla fine focalizzare soltanto su una).

Mi fermo, perché magari tutto questo ha poco senso.

Saluti,

a




-----
Andrea Borruso

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Re: Riflessioni della domenica pomeriggio su OSM ed emergenze

Stefano Costa
In reply to this post by aborruso
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Il 26/11/2013 18:15, aborruso ha scritto:
>
> Se tutto questo ha un senso, iniziamo a sviluppare il primo punto?
>  Vogliamo anche iniziare a indicare in quale casella ognuno di noi
> si sente/può inserirsi? Io oggi mi sento di poter esser d'aiuto
> nella 1, la 2, la 4 e la 5 (penso che sia bene alla fine
> focalizzare soltanto su una).

Grazie ad Andrea e a chi ha voluto dare seguito a queste mie
riflessioni, soprattutto per la concretezza di stilare un'agenda.

Chi vuole dire la sua sul punto 1 può farlo qui:
https://public.pad.fsfe.org/p/CHPQhTSOIB e aiutarci a scrivere un
testo di proposta. Quando il testo sarà pronto lo sottoporremo di
nuovo alla vostra attenzione e magari chiederemo anche cosa ne pensa
l'Associazione (in termini di promozione/divulgazione/supporto tecnico
o economico).

Ciao
steko

- --
Stefano Costa
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