Servizi hosting WebGis

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Servizi hosting WebGis

gmusumeci
Buongiorno a tutti.

Potreste indicarmi, se lo ritenete opportuno anche in privato, delle
aziende che offrano servizi di web hosting per pubblicazione di dati gis a
partire da progetti Qgis (tipo Lizmap)

Cordiali saluti

Giuseppe

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Re: Servizi hosting WebGis

pcav
3liz, la ditta che sviluppa lizmap, offre hosting.
Saluti.

Il 15 giugno 2016 12:03:58 CEST, giuseppe musumeci <[hidden email]> ha scritto:

>Buongiorno a tutti.
>
>Potreste indicarmi, se lo ritenete opportuno anche in privato, delle
>aziende che offrano servizi di web hosting per pubblicazione di dati
>gis a
>partire da progetti Qgis (tipo Lizmap)
>
>Cordiali saluti
>
>Giuseppe
>
>
>------------------------------------------------------------------------
>
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Re: Servizi hosting WebGis

Roberto Marzocchi
In reply to this post by gmusumeci
Da poco più di un mese come Gter abbiamo attivato anche GisHosting [1]

Saluti a tutti,
R

[1] http://www.gishosting.gter.it/


Il 15/06/2016 12:03, giuseppe musumeci ha scritto:

> Buongiorno a tutti.
>
> Potreste indicarmi, se lo ritenete opportuno anche in privato, delle
> aziende che offrano servizi di web hosting per pubblicazione di dati gis a
> partire da progetti Qgis (tipo Lizmap)
>
> Cordiali saluti
>
> Giuseppe
>
>
>
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Re: Servizi hosting WebGis

pcav
Il 15/06/2016 13:06, Roberto Marzocchi ha scritto:
> Da poco più di un mese come Gter abbiamo attivato anche GisHosting [1]

Per cortesia, visto che fornite servizi commerciali basati su QGIS e
Lizmap, collaborate attivamente con i relativi progetti, e contribuite.
Grazie.

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Re: Servizi hosting WebGis

Andrea Antonello
>> Da poco più di un mese come Gter abbiamo attivato anche GisHosting [1]
>
> Per cortesia, visto che fornite servizi commerciali basati su QGIS e
> Lizmap, collaborate attivamente con i relativi progetti, e contribuite.

Ciao Paolo, credo che il tuo modo di esprimerti a riguardo sia un
troppo "harsh" e persino offensiva per chi non conosce bene la
situazione.
Per quanto io possa condividere la filosofia, credo che siano email
che vanno scritte eventualmente in privato.

L'ecosistema di aziende che propongono prodotti basati su software
foss e' estremamente importante e non credo una azienda vada
affrontata in questo modo dando a credere che non contribuiscano in
alcun modo. Anche fosse vero, non credo sia questo il luogo.

My 2 cent,
Andrea
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Re: Servizi hosting WebGis

giohappy
Quoto Andrea, che ha preceduto un mio commento che sarebbe stato del tutto
simile.
Pur condividendo il parere che sia opportuno contribuire (in qualche modo)
agli strumenti su cui guadagniamo, non mi pare corretto sottolinearlo
pubblicamente in questo modo, indipendentemente dal fatto che l'azienda in
questione lo faccia o meno...

Saluti,
Giovanni
Il 15/giu/2016 8:36 PM, "andrea antonello" <[hidden email]> ha
scritto:

> >> Da poco più di un mese come Gter abbiamo attivato anche GisHosting [1]
> >
> > Per cortesia, visto che fornite servizi commerciali basati su QGIS e
> > Lizmap, collaborate attivamente con i relativi progetti, e contribuite.
>
> Ciao Paolo, credo che il tuo modo di esprimerti a riguardo sia un
> troppo "harsh" e persino offensiva per chi non conosce bene la
> situazione.
> Per quanto io possa condividere la filosofia, credo che siano email
> che vanno scritte eventualmente in privato.
>
> L'ecosistema di aziende che propongono prodotti basati su software
> foss e' estremamente importante e non credo una azienda vada
> affrontata in questo modo dando a credere che non contribuiscano in
> alcun modo. Anche fosse vero, non credo sia questo il luogo.
>
> My 2 cent,
> Andrea
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> Questa e' una lista di discussione pubblica aperta a tutti.
> I messaggi di questa lista non hanno relazione diretta con le posizioni
> dell'Associazione GFOSS.it.
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Re: Servizi hosting WebGis

Amedeo Fadini
Ciao a tutti, premetto che secondo me questo thread meritava risposta
in privato, oppure  nelle mail promozionali del venerdì (che mi sembra
funzionino benino)

Il 15 giugno 2016 21:49, G. Allegri <[hidden email]> ha scritto:
> Quoto Andrea, che ha preceduto un mio commento che sarebbe stato del tutto
> simile.
> Pur condividendo il parere che sia opportuno contribuire (in qualche modo)
> agli strumenti su cui guadagniamo, non mi pare corretto sottolinearlo
> pubblicamente in questo modo, indipendentemente dal fatto che l'azienda in
> questione lo faccia o meno...

Sono abbastanza combattuto, ma secondo me invece può starci l'invito
pubblico anche se non è un invito generico ma diretto. Il modo sembra
brusco ma magari è colpa del poco tempo che uno può dedicare a
scrivere la risposta. Spesso in una mail ci capita di immaginare un
tono di voce canzonatorio o accusatorio, ma essendo un testo scritto
limitiamoci alla grammatica: per cortesia, contribuite, grazie, da
così fastidio l'imperativo?

Penso che Gter può valutare in coscienza se il rilievo è fondato
(ovvero non contribuiscono in alcun modo) e rimediare oppure se è
infondato (contribuiscono  in altre maniere o aspettano i primi
introiti per dividerli con il progetto).

Finelmente, con tanto ritardo ho inviato la mail per avviare il tavolo
di confronto tra aziende che è lo spazio più idoneo in cui Gter e
Faunalia potranno sicuramente chiarire la questione.


Sono convito che questa lista sia il luogo dove avviare un dibattito
civile, anche teso a volte, ma meglio alla luce del sole che
scambiarsi accuse sottobanco. Le parole di Paolo, coerenti con il suo
stile


amefad

(opinioni personali non condivise con il CD)
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Re: Servizi hosting WebGis

Roberto Marzocchi
Buongiorno a tutti,

non so se la mailing list sia lo strumento più adatto per questo tipo di
post. Per esempio non credo lo sia per farsi pubblicità, ma la domanda
di Giuseppe che ha aperto questo post, poi degenerato a causa della mia
risposta, era piuttosto esplicita ("Potreste indicarmi [...] delle
aziende che offrano servizi di web hosting per pubblicazione di dati gis
a partire da progetti Qgis (tipo Lizmap)") e questa è la ragione per cui
ho risposto pubblicamente citando il nostro servizio di hosting.


Siamo ovviamente perfettamente d'accordo che le aziende che operano in
ambito GFOSS debbano contribuire in qualche modo. Personalmente non sono
però d'accordo sul fatto che usare uno specifico applicativo, mi
obblighi a contribuire a quell'applicativo specifico. Questo dipende
ovviamente da molti fattori, in primis dalle capacità tecniche ed
economiche. Non mi vergogno nel dire che ad oggi usiamo il client
lizmap, senza averne contribuito allo sviluppo, mentre non stiamo usando
QGIS-web-client in cui abbiamo dato un contributo, sebbene piccolo, o
tutti i SW GFOSS in cui i nostri contributi sono invece sostanziali e
che spero possano essere usati anche commercialmente da molte altre
persone in giro per il mondo senza che si sentano costrette a
contribuire allo sviluppo. Personalmente, ma anche come azienda crediamo
molto nell'open source, e soprattutto nella libertà che ho in mano nel
momento in cui lo uso e sviluppo. Questo ovviamente non vuol dire che
non contribuiremo mai a lizmap, anzi spero proprio di farlo, ma non mi
sento costretto da nessuno a farlo, nemmeno dagli sviluppatori di Lizmap
a cui farei un monumento.


Per concludere il tavolo di lavoro fra aziende lo ritengo utilissimo.
Grazie Amedeo! Credo sia un'ottima proposta, alla quale, tempo
permettendo, speriamo di dare il nostro contributo. Credo che fra
aziende che operano in ambito GFOSS sia utile collaborare senza farsi  
guerre, anche perchè ci confrontiamo con aziende che sviluppano software
proprietari che investono un sacco in marketing e commerciali e hanno
forti legami con le istituzioni pubbliche a tutti i livelli.  Poi
ovviamente, come hai sottolineato, le occasioni migliori per parlarsi
siano quelle in cui ci si vede di persona (convegni o altre occasioni).
In queste occasioni i modi, anche quelli più diretti, non vengono
fraintesi come bruschi, ma sono utili per fare chiarezza e per crescere
in consapevolezza sia singolarmente che come comunità!

Perdonate la lunga risposta e cari saluti a tutti,
R






Il 16/06/2016 08:45, Amedeo Fadini ha scritto:

> Ciao a tutti, premetto che secondo me questo thread meritava risposta
> in privato, oppure  nelle mail promozionali del venerdì (che mi sembra
> funzionino benino)
>
> Il 15 giugno 2016 21:49, G. Allegri <[hidden email]> ha scritto:
>> Quoto Andrea, che ha preceduto un mio commento che sarebbe stato del tutto
>> simile.
>> Pur condividendo il parere che sia opportuno contribuire (in qualche modo)
>> agli strumenti su cui guadagniamo, non mi pare corretto sottolinearlo
>> pubblicamente in questo modo, indipendentemente dal fatto che l'azienda in
>> questione lo faccia o meno...
> Sono abbastanza combattuto, ma secondo me invece può starci l'invito
> pubblico anche se non è un invito generico ma diretto. Il modo sembra
> brusco ma magari è colpa del poco tempo che uno può dedicare a
> scrivere la risposta. Spesso in una mail ci capita di immaginare un
> tono di voce canzonatorio o accusatorio, ma essendo un testo scritto
> limitiamoci alla grammatica: per cortesia, contribuite, grazie, da
> così fastidio l'imperativo?
>
> Penso che Gter può valutare in coscienza se il rilievo è fondato
> (ovvero non contribuiscono in alcun modo) e rimediare oppure se è
> infondato (contribuiscono  in altre maniere o aspettano i primi
> introiti per dividerli con il progetto).
>
> Finelmente, con tanto ritardo ho inviato la mail per avviare il tavolo
> di confronto tra aziende che è lo spazio più idoneo in cui Gter e
> Faunalia potranno sicuramente chiarire la questione.
>
>
> Sono convito che questa lista sia il luogo dove avviare un dibattito
> civile, anche teso a volte, ma meglio alla luce del sole che
> scambiarsi accuse sottobanco. Le parole di Paolo, coerenti con il suo
> stile
>
>
> amefad
>
> (opinioni personali non condivise con il CD)
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Re: Servizi hosting WebGis

Andrea Antonello
In reply to this post by Amedeo Fadini
Ciao Amedeo,

[...]
> Sono abbastanza combattuto, ma secondo me invece può starci l'invito
> pubblico anche se non è un invito generico ma diretto. Il modo sembra
> brusco ma magari è colpa del poco tempo che uno può dedicare a
> scrivere la risposta. Spesso in una mail ci capita di immaginare un
> tono di voce canzonatorio o accusatorio, ma essendo un testo scritto
> limitiamoci alla grammatica: per cortesia, contribuite, grazie, da
> così fastidio l'imperativo?

onestamente questa tua dichiarazione mi sconvolge. Io sviluppo
software open source da tanti anni perche' mi da liberta' assoluta.
E se lo volessi davvero, avrei anche la liberta' di non restituire
nulla, se la licenza me lo permette.

Se poi fossi uno che mantiene diversi progetti e mi si venisse a dire
pubblicamente che dovrei donare a Libreoffice, perche' nel mio
pacchetto lo vendo, mi sentirei molto offeso. Proprio perche' sono
anni che in un modo o nell'altro contribuisco.

Secondo me in questa lista non ci deve essere spazio per accuse
dirette che potrebbero lasciare adito a varie interpretazioni.
E si', a me l'imperativo da molto fastidio. Ogni azienda ha la proprio
realta' e fa delle scelte e spesso cerca di vivere.
Quindi no, non accetterei che qualcuno usasse un imperativo nei miei
confronti in una lista pubblica.

> Penso che Gter può valutare in coscienza se il rilievo è fondato
> (ovvero non contribuiscono in alcun modo) e rimediare oppure se è
> infondato (contribuiscono  in altre maniere o aspettano i primi
> introiti per dividerli con il progetto).

Non e' una questione di quello che pensa Gter (che comunque e' stata
"costretta" a spiegare che contribuisce e secondo me e' assurdo) o chi
per lei, ma quello che possono pensare futuri o attuali clienti.

> Finelmente, con tanto ritardo ho inviato la mail per avviare il tavolo
> di confronto tra aziende che è lo spazio più idoneo in cui Gter e
> Faunalia potranno sicuramente chiarire la questione.

Bene

> Sono convito che questa lista sia il luogo dove avviare un dibattito
> civile, anche teso a volte, ma meglio alla luce del sole che
> scambiarsi accuse sottobanco. Le parole di Paolo, coerenti con il suo
> stile

Credo questo sia un dibattito civile e continuo a non essere d'accordo.
Mi va bene che si insista nel dire "e' importante che le chi guadagna
sul GFOSS contribuisca" o simili, ma non in questo modo.
Cosa vorresti vedere, un'azienda che in modo civile elenca tutti i
contributi che ha fatto perche' qualcuno li ha messi in dubbio? Oppure
che un'azienda, magari minuscola si difenda dicendo che al momento non
hanno risorse per contribuire? Ti rendi conto che l'immagine di una
azienda viene lesa in ogni caso? Magari sono ipersensibile in questo
senso, ma la mia reazione e' scaturita dall'immaginarmi di sostituire
HydroloGIS con Gter in questo thread.

Ciao,
Andrea
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Re: Servizi hosting WebGis

stefano campus
Administrator
In reply to this post by Roberto Marzocchi
Roberto Marzocchi wrote
Siamo ovviamente perfettamente d'accordo che le aziende che operano in
ambito GFOSS debbano contribuire in qualche modo. Personalmente non sono
però d'accordo sul fatto che usare uno specifico applicativo, mi
obblighi a contribuire a quell'applicativo specifico. Questo dipende
ovviamente da molti fattori, in primis dalle capacità tecniche ed
economiche. Non mi vergogno nel dire che ad oggi usiamo il client
lizmap, senza averne contribuito allo sviluppo, mentre non stiamo usando
QGIS-web-client in cui abbiamo dato un contributo, sebbene piccolo, o
tutti i SW GFOSS in cui i nostri contributi sono invece sostanziali e
che spero possano essere usati anche commercialmente da molte altre
persone in giro per il mondo senza che si sentano costrette a
contribuire allo sviluppo. Personalmente, ma anche come azienda crediamo
molto nell'open source, e soprattutto nella libertà che ho in mano nel
momento in cui lo uso e sviluppo. Questo ovviamente non vuol dire che
non contribuiremo mai a lizmap, anzi spero proprio di farlo, ma non mi
sento costretto da nessuno a farlo, nemmeno dagli sviluppatori di Lizmap
a cui farei un monumento.
grazie mille, roberto, per il contributo alla discussione.

a beneficio dei lettori di questa lista, preciso che il riferimento di amedeo al "tavolo di confronto tra aziende" riguarda un'iniziativa appena partita a cura dell'Associazione GFOSS.it con lo scopo di  trovare criteri che possano aiutare un potenziale cliente a distinguere tra aziende che utilizzano il software libero e chi invece contribuisce anche alla sua crescita in una delle mille modalità possibili (contributi diretti, sviluppo core, sviluppo plugin, traduzione ecc).
Questo tavolo coinvolge molte realtà imprenditoriali italiane (persone fisiche e società) che operano in questo campo e che desiderano in qualche modo dare evidenza ai volori di condivisione e collaborazione del software (g)fos.

speriamo di dare quanto prima notizia pubblica dell'evoluzione di questo confronto.

felice giornata

s.
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Re: Servizi hosting WebGis

Amedeo Fadini
> Questo tavolo coinvolge molte realtà imprenditoriali italiane (persone
> fisiche e società) che operano in questo campo e che desiderano in qualche
> modo dare evidenza ai volori di condivisione e collaborazione del software
> (g)fos.

Ah e la partecipazione al tavolo è aperta, se interessati scrivete
pure al sottoscritto

Amefad
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Re: Servizi hosting WebGis

Carlo Cormio-2
In reply to this post by gmusumeci
Condivido in toto quanto detto da Antonello. Non credo ci fosse malafede
nella richiesta di Paolo, ma le parole hanno in peso, e vanno soppesate,
soprattutto per le conseguenze che possono avere. In nessun caso la fretta
o la mancanza di tempo giustificano i toni utilizzati.

Saluti,

Carlo

> ---------- Messaggio inoltrato ----------
> From: andrea antonello <[hidden email]>
> To:
> Cc: gfoss <[hidden email]>
> Date: Thu, 16 Jun 2016 10:15:41 +0200
> Subject: Re: [Gfoss] Servizi hosting WebGis
> Io sviluppo
> software open source da tanti anni perche' mi da liberta' assoluta.
> E se lo volessi davvero, avrei anche la liberta' di non restituire
> nulla, se la licenza me lo permette.
>
> Se poi fossi uno che mantiene diversi progetti e mi si venisse a dire
> pubblicamente che dovrei donare a Libreoffice, perche' nel mio
> pacchetto lo vendo, mi sentirei molto offeso. Proprio perche' sono
> anni che in un modo o nell'altro contribuisco.
>
> Secondo me in questa lista non ci deve essere spazio per accuse
> dirette che potrebbero lasciare adito a varie interpretazioni.
> E si', a me l'imperativo da molto fastidio. Ogni azienda ha la proprio
> realta' e fa delle scelte e spesso cerca di vivere.
> Quindi no, non accetterei che qualcuno usasse un imperativo nei miei
> confronti in una lista pubblica.
>
> > Penso che Gter può valutare in coscienza se il rilievo è fondato
> > (ovvero non contribuiscono in alcun modo) e rimediare oppure se è
> > infondato (contribuiscono  in altre maniere o aspettano i primi
> > introiti per dividerli con il progetto).
>
> Non e' una questione di quello che pensa Gter (che comunque e' stata
> "costretta" a spiegare che contribuisce e secondo me e' assurdo) o chi
> per lei, ma quello che possono pensare futuri o attuali clienti.
>
> > Finelmente, con tanto ritardo ho inviato la mail per avviare il tavolo
> > di confronto tra aziende che è lo spazio più idoneo in cui Gter e
> > Faunalia potranno sicuramente chiarire la questione.
>
> Bene
>
> > Sono convito che questa lista sia il luogo dove avviare un dibattito
> > civile, anche teso a volte, ma meglio alla luce del sole che
> > scambiarsi accuse sottobanco. Le parole di Paolo, coerenti con il suo
> > stile
>
> Credo questo sia un dibattito civile e continuo a non essere d'accordo.
> Mi va bene che si insista nel dire "e' importante che le chi guadagna
> sul GFOSS contribuisca" o simili, ma non in questo modo.
> Cosa vorresti vedere, un'azienda che in modo civile elenca tutti i
> contributi che ha fatto perche' qualcuno li ha messi in dubbio? Oppure
> che un'azienda, magari minuscola si difenda dicendo che al momento non
> hanno risorse per contribuire? Ti rendi conto che l'immagine di una
> azienda viene lesa in ogni caso? Magari sono ipersensibile in questo
> senso, ma la mia reazione e' scaturita dall'immaginarmi di sostituire
> HydroloGIS con Gter in questo thread.
>
> Ciao,
> Andrea

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Re: Servizi hosting WebGis

a.furieri
In reply to this post by Andrea Antonello
On Thu, 16 Jun 2016 10:15:41 +0200, andrea antonello wrote:

> Io sviluppo software open source da tanti anni perche' mi da
> liberta' assoluta.
> E se lo volessi davvero, avrei anche la liberta' di non restituire
> nulla, se la licenza me lo permette.
>
> Se poi fossi uno che mantiene diversi progetti e mi si venisse a dire
> pubblicamente che dovrei donare a Libreoffice, perche' nel mio
> pacchetto lo vendo, mi sentirei molto offeso. Proprio perche' sono
> anni che in un modo o nell'altro contribuisco.
>

Andrea,

mi pare che in due frasettine concise hai centrato perfettamente
il cuore del problema.

1) il sw libero nasce innanzitutto da una pulsione etica; nessuno
    e' obbligato ad impegnarsi nello sviluppo open source, proprio
    come nessuno e' obbligato ad utilizzare sw libero.
    chi compie una scelta di questo tipo lo fa innanzitutto perche'
    e' arrivato a maturare l'intima convinzione che la condivione
    aperta del sapere, della conoscenza e degli strumenti tecnologici
    e' sempre la via maestra.
    ovviamente intervengono anche fattori economici in queste
    scelte, ma la consapevolezza della liberta' e della condivione
    doveebbe venire sempre al primissimo posto.
    invertire l'ordine dei fattori porta solo a brutti pasticci
    concettuali che faticano a stare in piedi e che rischiano
    di essere controproducenti.

2) il sw libero non e' un singolo prodotto; e' un ecosistema
    molto complesso e ramificato, in cui tutti finiscono per
    dipendere da tutti gli altri.
    alcuni packages hanno ovviamente una visibilita' molto
    maggiore di altri: tutti conoscono Firefox o LibreOffice,
    gisto per citare due mostri sacri largamente diffusi.
    ma e' sempre bene ricordare che Firefox e LibreOffice
    esistono semplicemente perche' altri gruppi di sviluppo
    molto meno noti al vasto pubblico si danno da fare
    per sviluppare e mantenere i compilatori e relativi
    strumenti di sviluppo (gcc, automake etc).
    e perche' altri sviluppatori ancora mettono a disposizione
    tutte quelle librerie di base che sono il vero motore
    del FLOSS (da zlib a libcurl, passando attraverso libiconv,
    openssh, libjpeg, libpng, libxml2 e millantamila altre):
    se non ci fossero tutte queste librerie sviluppare un web
    browser come Firefox sarebbe semplicemente inconcepibile,
    cosi' come sarebbe impossibile sviluppare sw GFOSS.

Applicando alla lettera una interpretazione estremistica
(che personalmente non condivido affatto), si potrebbe
addirittura arrivare ad argomentare che Firefox e LibreOffice
(che notoriamente raccoigono ricchi finanziamenti) "sfruttano
da parassiti" il lavoro di tutti gli sviluppatori che mantengono
gli strumenti di sviluppo e le librerie di base.
E continuando su questa linea di pensiero si arriverebbe
dritti filati a stabilire che qualsiasi Web-App su base
open source "sta sfruttando senza restituire nulla" tutto
il lavoro svolto dagli sviluppatori di Apache, di Firefox,
di OpenLayers, di Leaflet, di PostgreSQL, MySQL, PHP etc.
In ultima analisi, saremmo tutti "parassiti" che vivono
alle spalle di Linus Thorvalds e degli altri sviluppatori
del kernel di Linux, giusto per non parlare dell'oscuro ma
fondamentale lavoro (assolutamente gratuito e non retribuito)
svolto da tutti i packagers di Debian, di Fedora etc.

E' evidente che una linea di ragionamento di questo tipo
non ci puo' portare nulla di buono.
Per ripartire equamente i proventi delle donazioni tra
tutti quanti gli attori del processo evitando che solo
pochi packages fortunati "ad alta visibilita'" ricevano
qualcosa servirebbe il mitico bilancino del farmacista.
Verosimilmente chi si avventura' su questa strada finira'
per scoprire che il meccanismo piu' equo e piu' semplice
che si possa immaginare e' proprio quello ben consolidato
delle licenze d'uso a pagamento. :-D
che e' un modello che funziona di sicuro, ma e' anche
la negazione assoluta di tutti quei principi etici
fondamentali di liberta' e di condivione aperta da cui
eravamo partiti all'inizio.

Infine mi permetto di sottoporre alla vostra paziente
attenzione (ormai sicuramente duramente provata da
questa mia lunga e-mail) un ultimo punto.
Siamo proprio sicuri che una ditta (piccola o grande
ha poca importanza) che offra un servizio su basi
commerciali tutto interamente basato su componenti
FLOSS e GFOSS prende senza restituire nulla ?
e' proprio cosi' ?

a ma pare che in effetti (se informa correttamente i
propri clienti) sta contribuendo attivamente al progresso
generale del FLOSS e del GFOSS con qualcosa di fonamentale:
porta buona pubblicita' positiva, perche' dimostra
tangibilmente che il FLOSS ed il GFOSS funzionano
realmente, che sono affidabili e degni di fiducia, e
che rappresentano un'alternativa realistica all'uso
del sw proprietario.
e magari ottengono pure un ulteriore risultato non
meno significativo: riescono ad offrire al mercato
soluzioni tecnologighe molto sofisticate a costi bassi
e ragionevoli, e quindi contribuiscono comunque ad
allargare ulteriormente la nostra platea di riferimento,
con ovvi benefici per tutti qyanti.

insomma, concludendo: si tratta di problematiche molto
complesse ed articolate, che andrebbero sempre ponderate
a ragion veduta in tutti i loro molteplici aspetti,
evitando di focalizzare l'attenzione su singoli packages
perche' come abbiamo visto sopra "tutti dipendono da
tutti gli altri", e comunque sempre nel rigoroso rispetto
dei principi etici di base: liberta' e condivisione.

ciao Sandro
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Questa e' una lista di discussione pubblica aperta a tutti.
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Re: Servizi hosting WebGis

Massimiliano Cannata
Condivido pienamente il punto di vista di Andrea e Sandro.

Maxi

Il giorno 16 giugno 2016 12:35, <[hidden email]> ha scritto:

> On Thu, 16 Jun 2016 10:15:41 +0200, andrea antonello wrote:
>
>> Io sviluppo software open source da tanti anni perche' mi da
>> liberta' assoluta.
>> E se lo volessi davvero, avrei anche la liberta' di non restituire
>> nulla, se la licenza me lo permette.
>>
>> Se poi fossi uno che mantiene diversi progetti e mi si venisse a dire
>> pubblicamente che dovrei donare a Libreoffice, perche' nel mio
>> pacchetto lo vendo, mi sentirei molto offeso. Proprio perche' sono
>> anni che in un modo o nell'altro contribuisco.
>>
>>
> Andrea,
>
> mi pare che in due frasettine concise hai centrato perfettamente
> il cuore del problema.
>
> 1) il sw libero nasce innanzitutto da una pulsione etica; nessuno
>    e' obbligato ad impegnarsi nello sviluppo open source, proprio
>    come nessuno e' obbligato ad utilizzare sw libero.
>    chi compie una scelta di questo tipo lo fa innanzitutto perche'
>    e' arrivato a maturare l'intima convinzione che la condivione
>    aperta del sapere, della conoscenza e degli strumenti tecnologici
>    e' sempre la via maestra.
>    ovviamente intervengono anche fattori economici in queste
>    scelte, ma la consapevolezza della liberta' e della condivione
>    doveebbe venire sempre al primissimo posto.
>    invertire l'ordine dei fattori porta solo a brutti pasticci
>    concettuali che faticano a stare in piedi e che rischiano
>    di essere controproducenti.
>
> 2) il sw libero non e' un singolo prodotto; e' un ecosistema
>    molto complesso e ramificato, in cui tutti finiscono per
>    dipendere da tutti gli altri.
>    alcuni packages hanno ovviamente una visibilita' molto
>    maggiore di altri: tutti conoscono Firefox o LibreOffice,
>    gisto per citare due mostri sacri largamente diffusi.
>    ma e' sempre bene ricordare che Firefox e LibreOffice
>    esistono semplicemente perche' altri gruppi di sviluppo
>    molto meno noti al vasto pubblico si danno da fare
>    per sviluppare e mantenere i compilatori e relativi
>    strumenti di sviluppo (gcc, automake etc).
>    e perche' altri sviluppatori ancora mettono a disposizione
>    tutte quelle librerie di base che sono il vero motore
>    del FLOSS (da zlib a libcurl, passando attraverso libiconv,
>    openssh, libjpeg, libpng, libxml2 e millantamila altre):
>    se non ci fossero tutte queste librerie sviluppare un web
>    browser come Firefox sarebbe semplicemente inconcepibile,
>    cosi' come sarebbe impossibile sviluppare sw GFOSS.
>
> Applicando alla lettera una interpretazione estremistica
> (che personalmente non condivido affatto), si potrebbe
> addirittura arrivare ad argomentare che Firefox e LibreOffice
> (che notoriamente raccoigono ricchi finanziamenti) "sfruttano
> da parassiti" il lavoro di tutti gli sviluppatori che mantengono
> gli strumenti di sviluppo e le librerie di base.
> E continuando su questa linea di pensiero si arriverebbe
> dritti filati a stabilire che qualsiasi Web-App su base
> open source "sta sfruttando senza restituire nulla" tutto
> il lavoro svolto dagli sviluppatori di Apache, di Firefox,
> di OpenLayers, di Leaflet, di PostgreSQL, MySQL, PHP etc.
> In ultima analisi, saremmo tutti "parassiti" che vivono
> alle spalle di Linus Thorvalds e degli altri sviluppatori
> del kernel di Linux, giusto per non parlare dell'oscuro ma
> fondamentale lavoro (assolutamente gratuito e non retribuito)
> svolto da tutti i packagers di Debian, di Fedora etc.
>
> E' evidente che una linea di ragionamento di questo tipo
> non ci puo' portare nulla di buono.
> Per ripartire equamente i proventi delle donazioni tra
> tutti quanti gli attori del processo evitando che solo
> pochi packages fortunati "ad alta visibilita'" ricevano
> qualcosa servirebbe il mitico bilancino del farmacista.
> Verosimilmente chi si avventura' su questa strada finira'
> per scoprire che il meccanismo piu' equo e piu' semplice
> che si possa immaginare e' proprio quello ben consolidato
> delle licenze d'uso a pagamento. :-D
> che e' un modello che funziona di sicuro, ma e' anche
> la negazione assoluta di tutti quei principi etici
> fondamentali di liberta' e di condivione aperta da cui
> eravamo partiti all'inizio.
>
> Infine mi permetto di sottoporre alla vostra paziente
> attenzione (ormai sicuramente duramente provata da
> questa mia lunga e-mail) un ultimo punto.
> Siamo proprio sicuri che una ditta (piccola o grande
> ha poca importanza) che offra un servizio su basi
> commerciali tutto interamente basato su componenti
> FLOSS e GFOSS prende senza restituire nulla ?
> e' proprio cosi' ?
>
> a ma pare che in effetti (se informa correttamente i
> propri clienti) sta contribuendo attivamente al progresso
> generale del FLOSS e del GFOSS con qualcosa di fonamentale:
> porta buona pubblicita' positiva, perche' dimostra
> tangibilmente che il FLOSS ed il GFOSS funzionano
> realmente, che sono affidabili e degni di fiducia, e
> che rappresentano un'alternativa realistica all'uso
> del sw proprietario.
> e magari ottengono pure un ulteriore risultato non
> meno significativo: riescono ad offrire al mercato
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> insomma, concludendo: si tratta di problematiche molto
> complesse ed articolate, che andrebbero sempre ponderate
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> evitando di focalizzare l'attenzione su singoli packages
> perche' come abbiamo visto sopra "tutti dipendono da
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*Massimiliano Cannata*

Professore SUPSI in ingegneria Geomatica

Responsabile settore Geomatica


Istituto scienze della Terra

Dipartimento ambiente costruzione e design

Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana

Campus Trevano, CH - 6952 Canobbio

Tel. +41 (0)58 666 62 14

Fax +41 (0)58 666 62 09

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Re: Servizi hosting WebGis

stefano campus
Administrator
In reply to this post by a.furieri
sandro, i tuoi interventi si leggono sempre con estremo piacere!

hai nelle prime righe usato l'aggettivo "etica" che io evito di utilizzare per non dovere eventualmente essere costretto a sostenere una discussione filosofica in cui si distingue tra "etica" e "morale" (sostantivi) e non ho più la preparazione per reggerla :-)

no, comunque, anche io mi interrogo spesso sul valore indiretto che produce l'adozione di una soluzione open in termini di pubblicità e dimostrazione pratica che tale soluzione funziona. Ma se la proposta OS si basa solo sul presupposto che "tanto-è-gratis", riesce il committente/utente finale a rendersi conto del valore etico?
quindi il marketing funzionerebbe solo se il destinatario ha gli strumenti culturali per accoglierlo, altrimenti la soluzione per lui è valida perchè costa meno.

altra questione per me importante è quella dei sotto-progetti che tengono in piedi il progetto principale che gode della maggiore notorietà. Forse l'ho già scritto da qualche parte, ma proprio in questa lista si è parlato diffusamente delle librerie proj.4 che gestiscono i sistemi di riferimento, a proposito del tardivo accoglimento del nuovo sistema di riferimento nazionale rdn2008 da parte di qgis. ebbene, dubito che prima di allora, molti sapessero che i sistemi di riferimento non sono gestiti da qgis, grass o arcgis ma che questi sw si appoggiano alle librerie esterne proj.4, la cui versione stabile ha impiegato qualche tempo nell'accogliere il database epsg nel quale sono contenuti i sistemi di riferimento.
gdal invece è una sigla che tutti conoscono e fa meno paura :-)
come confrontarsi con questi progetti "minori"? dovrebbero essere supportati direttamente dagli utenti o indirettamente dai progetti che la adottano?
non so, non conosco nel dettaglio neanche le necessità che questi progetti hanno, ma vero è, come dice sandro, che senza questi componenti tutto casca.

il portare all'esasperazione il concetto di riconoscimento di tutte le componenti potrebbe essere non la consapevolezza che alla fine pagare una licenza è la cosa migliore, ma invece allargare il proprio punto di vista ed indirizzare tutti i tipi di collaborazione (donazioni, sviluppo ecc) anche a queste componenti dell'eco-sistema floss

s.

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Re: Servizi hosting WebGis

giohappy
A mio avviso si può parlare quanto si vuole, trovarci più o meno d'accordo,
ma di base c'è un concetto di libertà per il quale nessuno si dovrebbe
erigere a giudice delle scelte altrui, ad eccezione - ovviamente - di casi
di violazioni di diritti e licenze, che in ogni caso hanno i loro "fori" di
competenza. Se questo vale anche in un rapporto privato tra soggetti, tanto
più in un luogo pubblico in cui si incrociano utenti, clienti, fornitori,
aziende, ecc.

Riguardo la creazione di un "marchio" (o di una lobby) di aziende
"accreditate gfoss" non mi sono ancora fatto un'idea precisa. Potrebbe
essere un'idea buona, ma questa è un'altra questione. Marchio o non
marchio, la credibilità di GFOSS richiedeuna professionalità che parte
anche dal rispetto reciproco, anche fosse solo di forma.

Giovanni

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Re: Servizi hosting WebGis

Francesco P. Lovergine
In reply to this post by a.furieri
On Thu, Jun 16, 2016 at 12:35:12PM +0200, [hidden email] wrote:
> insomma, concludendo: si tratta di problematiche molto
> complesse ed articolate, che andrebbero sempre ponderate
> a ragion veduta in tutti i loro molteplici aspetti,
> evitando di focalizzare l'attenzione su singoli packages
> perche' come abbiamo visto sopra "tutti dipendono da
> tutti gli altri", e comunque sempre nel rigoroso rispetto
> dei principi etici di base: liberta' e condivisione.
>

Mi intrometto brevemente suggerendo di evitare troppe seghe mentali,
consentitemi il termine. La community FOSS si mantiene
in piedi grazie ad un ecosistema di utenti, aziende, enti
e ognuno contribuisce nella misura e modo in cui può, sui
progetti con i quali ha maggiore confidenza. Ci sono anche
quelli che agiscono di rapina (non solo aziende) usando
prodotti e scappando via veloci, ma ci sta anche quello: arrivare
ad una autocoscienza su certe cose non è per tutti. Accolgo
la raccomandazione di Paolo per quella  che è: una raccomandazione.
Ogni tanto le esortazioni, anche brusche, ci stanno: magari
qualcuno inizia a meditare. Non ne facciamo una tragedia...

--
Francesco P. Lovergine
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Re: Servizi hosting WebGis

Carlo Cormio-2
In reply to this post by gmusumeci
> ---------- Messaggio inoltrato ----------
> From: "Francesco P. Lovergine" <[hidden email]>
>
>arrivare
> ad una autocoscienza su certe cose non è per tutti. Accolgo
> la raccomandazione di Paolo per quella  che è: una raccomandazione.
> Ogni tanto le esortazioni, anche brusche, ci stanno: magari
> qualcuno inizia a meditare. Non ne facciamo una tragedia...
>

Non credo ne sia stata fatta una tragedia, ci sono stati dei chiarimenti e
dei richiami ad esprimersi in maniera adeguata. Le parole hanno un peso, e
se lasciano spazio a fraintendimenti e distorsioni fanno più male che
altro, all'intera comunità.
Le esportazioni brusche ci sono state, anche nelle risposte. Ma se si può
evitare di arrivare a tanto prendendosi un po' di tempo in più per
riflettere prima di inviare una mail, tanto meglio per tutti.

Buon fine settimana,

Carlo

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