lezioni dal referendum

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lezioni dal referendum

pcav
Salve.
Secondo me la vittoria dei si ai referendum ci insegna qualcosa:
- il popolo si interessa ai beni comuni, molto piu' di quanto ci si aspetti
- i referenti politici sono inefficienti, e poco collegati al popolo stesso.
Secondo me queste sono buone notizie per GFOSS.it, e c'e' da farne tesoro. La nostra
opera per la difesa dello status di bene pubblico per il software libero assomiglia
molto a quella per l'acqua. Non sto dicendo che dobbiamo fare un referendum anche
noi, ovviamente, ma che dobbiamo far conoscere meglio le nostre motivazioni al
popolo, anche al di fuori della cerchia di specialisti, perche' quello di cui
parliamo e' importante per tutti.
Pareri?
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Re: lezioni dal referendum

giohappy
Adesso la cosa più difficile è passare da "popolo" a "società civile". Il popolo è troppo spesso un soggetto massivo, la società civile è un insieme di persone capaci di vedere il bene comune come il bene per ognuno (e non genericamente di tutti, che spesso vuol dire di nessuno!)... Non è facile trovare esempi di questo tipo a giro, ma spero vivamente che questo sia il corso della storia, senza ideologie e partitismi.

Giovanni



Il giorno 13 giugno 2011 18:05, Paolo Cavallini <[hidden email]> ha scritto:
Salve.
Secondo me la vittoria dei si ai referendum ci insegna qualcosa:
- il popolo si interessa ai beni comuni, molto piu' di quanto ci si aspetti
- i referenti politici sono inefficienti, e poco collegati al popolo stesso.
Secondo me queste sono buone notizie per GFOSS.it, e c'e' da farne tesoro. La nostra
opera per la difesa dello status di bene pubblico per il software libero assomiglia
molto a quella per l'acqua. Non sto dicendo che dobbiamo fare un referendum anche
noi, ovviamente, ma che dobbiamo far conoscere meglio le nostre motivazioni al
popolo, anche al di fuori della cerchia di specialisti, perche' quello di cui
parliamo e' importante per tutti.
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Piz
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Re: lezioni dal referendum

Piz
non penso che la vittoria da celebrare sia quella per il si
Penso che con questi referendum abbia vinto la "partecipazione", sia di chi ha voluto dire si, sia di chi ha voluto dire no

Lo dico anche come autocritica, partecipare è un modo semplice ed immediato per mantenere i dati, il software, l'acqua, ... nell'insieme dei beni gestiti dalla comunità. Se questa sia un "popolo ameboide" o una "società civiloide" dipende tutto dalle persone che la compongono.

saluti
Roberto





~~~~~~~~~~~~~ quote of the day ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
"it strikes me profoundly that the world is more often
 than not a bad and cruel place"
(Bret Easton Ellis - Pat Bateman "American Psycho")


In data lunedì 13 giugno 2011 18:27:04, G. Allegri ha scritto:

> Adesso la cosa più difficile è passare da "popolo" a "società civile". Il
> popolo è troppo spesso un soggetto massivo, la società civile è un insieme
> di persone capaci di vedere il bene comune come il bene per ognuno (e non
> genericamente di tutti, che spesso vuol dire di nessuno!)... Non è facile
> trovare esempi di questo tipo a giro, ma spero vivamente che questo sia il
> corso della storia, senza ideologie e partitismi.
>
> Giovanni
>
>
>
> Il giorno 13 giugno 2011 18:05, Paolo Cavallini <[hidden email]> ha
> scritto:
>
> > Salve.
> > Secondo me la vittoria dei si ai referendum ci insegna qualcosa:
> > - il popolo si interessa ai beni comuni, molto piu' di quanto ci si aspetti
> > - i referenti politici sono inefficienti, e poco collegati al popolo
> > stesso.
> > Secondo me queste sono buone notizie per GFOSS.it, e c'e' da farne tesoro.
> > La nostra
> > opera per la difesa dello status di bene pubblico per il software libero
> > assomiglia
> > molto a quella per l'acqua. Non sto dicendo che dobbiamo fare un referendum
> > anche
> > noi, ovviamente, ma che dobbiamo far conoscere meglio le nostre motivazioni
> > al
> > popolo, anche al di fuori della cerchia di specialisti, perche' quello di
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Re: lezioni dal referendum

amefad
In reply to this post by giohappy
Codivido il fatto che la partecipazione è positiva e come alcuni hanno
commentato forse riflette la voglia di cambiamento che sta crescendo
tutto intorno al mediterraneo...
L' acqua bene comune, senza dubbio, ma non appena la questione diventa
un pelo più complicata di mettere un sì o un no è ben difficile
mettersi d'accordo.
Già che sono in spiaggia aggiungo che le coste sono da tutelare e
valorizzare... ma ci sono modi molto diversi in cui si fa questo,
dietro di me ho le dune ripristinate, poco più a nord è tutto
costruito...
Dunque GFOSS che può fare? Vedo male una battaglia per il sw come bene
comune perchè non esce dalla terra, ma l'informazione geografica
certamente sì. Il popolo cmq sta su bing o su google, la prima
battaglia è portarlo su openstreetmap, e per questo ci vogliono le
immagini libere da diritti. Quindi continuerei a esplorare quella
strada lì, abbiamo già parecchie info in mano.

Amefad

On 6/13/11, G. Allegri <[hidden email]> wrote:

> Adesso la cosa più difficile è passare da "popolo" a "società civile". Il
> popolo è troppo spesso un soggetto massivo, la società civile è un insieme
> di persone capaci di vedere il bene comune come il bene per ognuno (e non
> genericamente di tutti, che spesso vuol dire di nessuno!)... Non è facile
> trovare esempi di questo tipo a giro, ma spero vivamente che questo sia il
> corso della storia, senza ideologie e partitismi.
>
> Giovanni
>
>
>
> Il giorno 13 giugno 2011 18:05, Paolo Cavallini <[hidden email]> ha
> scritto:
>
>> Salve.
>> Secondo me la vittoria dei si ai referendum ci insegna qualcosa:
>> - il popolo si interessa ai beni comuni, molto piu' di quanto ci si
>> aspetti
>> - i referenti politici sono inefficienti, e poco collegati al popolo
>> stesso.
>> Secondo me queste sono buone notizie per GFOSS.it, e c'e' da farne tesoro.
>> La nostra
>> opera per la difesa dello status di bene pubblico per il software libero
>> assomiglia
>> molto a quella per l'acqua. Non sto dicendo che dobbiamo fare un
>> referendum
>> anche
>> noi, ovviamente, ma che dobbiamo far conoscere meglio le nostre
>> motivazioni
>> al
>> popolo, anche al di fuori della cerchia di specialisti, perche' quello di
>> cui
>> parliamo e' importante per tutti.
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Re: lezioni dal referendum

Patti Giuseppe
In reply to this post by Piz
L'unica lezione che traggo da questo referendum è che una campagna di
disinformazione ben organizzata a favore o contro un qualunque tema a
caso, in un contesto favorevole, può produrre effetti inaspettati.
Probabilmente se andassimo in giro a dire per mesi e mesi e con una
certa convinzione che usare GFOSS elimina il problema dei peli
superflui, avremmo più probabilità di usare la spinta popolare che ne
deriverebbe per convincere un Ente ad andare in questa direzione, di
quante non se ne abbiano usando le argomentazioni tecniche, economiche e
perché no, anche politico-amministrative che di solito vengono addotte
(salvo rarissimi e virtuosi casi).

My 2 c

Il 14/06/2011 11:13, piz ha scritto:

> non penso che la vittoria da celebrare sia quella per il si
> Penso che con questi referendum abbia vinto la "partecipazione", sia di chi ha voluto dire si, sia di chi ha voluto dire no
>
> Lo dico anche come autocritica, partecipare è un modo semplice ed immediato per mantenere i dati, il software, l'acqua, ... nell'insieme dei beni gestiti dalla comunità. Se questa sia un "popolo ameboide" o una "società civiloide" dipende tutto dalle persone che la compongono.
>
> saluti
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> In data lunedì 13 giugno 2011 18:27:04, G. Allegri ha scritto:
>> Adesso la cosa più difficile è passare da "popolo" a "società civile". Il
>> popolo è troppo spesso un soggetto massivo, la società civile è un insieme
>> di persone capaci di vedere il bene comune come il bene per ognuno (e non
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>> trovare esempi di questo tipo a giro, ma spero vivamente che questo sia il
>> corso della storia, senza ideologie e partitismi.
>>
>> Giovanni
>>
>>
>>
>> Il giorno 13 giugno 2011 18:05, Paolo Cavallini<[hidden email]>  ha
>> scritto:
>>
>>> Salve.
>>> Secondo me la vittoria dei si ai referendum ci insegna qualcosa:
>>> - il popolo si interessa ai beni comuni, molto piu' di quanto ci si aspetti
>>> - i referenti politici sono inefficienti, e poco collegati al popolo
>>> stesso.
>>> Secondo me queste sono buone notizie per GFOSS.it, e c'e' da farne tesoro.
>>> La nostra
>>> opera per la difesa dello status di bene pubblico per il software libero
>>> assomiglia
>>> molto a quella per l'acqua. Non sto dicendo che dobbiamo fare un referendum
>>> anche
>>> noi, ovviamente, ma che dobbiamo far conoscere meglio le nostre motivazioni
>>> al
>>> popolo, anche al di fuori della cerchia di specialisti, perche' quello di
>>> cui
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Re: lezioni dal referendum

Niccolo Rigacci
On Tue, Jun 14, 2011 at 02:42:30PM +0200, Patti Giuseppe wrote:
>
> L'unica lezione che traggo da questo referendum è che una campagna
> di disinformazione ben organizzata a favore o contro un qualunque
> tema a caso, in un contesto favorevole, può produrre effetti
> inaspettati.

A me pare che sia successo un po' il contrario: il potere
politico ed economico ha fatto di tutto per difendere le scelte
nucleariste e pro-acqua privata utilizzando tutto il proprio
arsenale. Anche la cosiddetta opposizione si è schierata "contro"
solo negli ultimi giorni, facendo non poche contorsioni per
rinnegare le proprie posizioni del recente passato.

Chi manovra le leve del potere politico ed economico ci ha
ripetuto per mesi e mesi che l'acqua privata è meglio, che
l'atomo è sicuro e non ne possiamo fare a meno.

Nonostante questa campagna (di informazione o disinformazione,
scegliete voi), le persone si sono mosse in modo diverso.

Quale "campagna di disinformazione ben organizzata" hai visto tu?

--
Niccolo Rigacci
Firenze - Italy
Tel. ufficio: 055-0118525
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Re: lezioni dal referendum

Iacopo Zetti-2
In reply to this post by pcav
L'unica lezione che traggo da questo referendum è che una campagna di
disinformazione ben organizzata a favore o contro un qualunque tema a
caso, in un contesto favorevole, può produrre effetti inaspettati.

Da ciò dedurrei che il software libero non si diffonde perché cerchiamo di
convincere i potenziali utenti della sua utilità e efficacia, ovvero di
informarli. Proviamo a disingofmarli (a fin di bene) cercando di
convincerli che funziona male, magari la diffusione aumenta :-)

Iacopo


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Re: lezioni dal referendum

Christian Bazzucchi
beh la disinformazione potrebbe essere dire alla gente di votare
contro la privatizzazione dell'acqua quando in realtà quel che la
legge voleva fare era una, mediocre a dir la verità, liberalizzazione
del mercato



Il 14 giugno 2011 16:20,  <[hidden email]> ha scritto:

> L'unica lezione che traggo da questo referendum è che una campagna di
> disinformazione ben organizzata a favore o contro un qualunque tema a
> caso, in un contesto favorevole, può produrre effetti inaspettati.
>
> Da ciò dedurrei che il software libero non si diffonde perché cerchiamo di
> convincere i potenziali utenti della sua utilità e efficacia, ovvero di
> informarli. Proviamo a disingofmarli (a fin di bene) cercando di
> convincerli che funziona male, magari la diffusione aumenta :-)
>
> Iacopo
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Re: lezioni dal referendum

amefad
On 6/14/11, Christian Bazzucchi <[hidden email]> wrote:
> beh la disinformazione potrebbe essere dire alla gente di votare
> contro la privatizzazione dell'acqua quando in realtà quel che la
Sì è vero: la proprietà dell'acqua non è mai stata in pericolo ma non
credo che ci sia un fondamento giuridico per privatizzarla in toto.
Però il voto difende la disponibilità di un bene pubblico a un prezzo
accessibile a tutti, rifiuta la logica del profitto sul servizio di
distribuzione, possiamo dire che alucni comitati hanno operato una
semplificazione, ma non un disinformazione.
Anche sul Nucleare, certo tante semplificazioni, ma la disinformazione
semmai è stata fatta dal governo e nuclearisti  che han sempre detto
che "il problema delle scorie è facilmente risolvibile" senza indicare
come si intende risolvere quello delle vecchie scorie che stiamo
smaltendo.

Oh intendiamoci, io sul nucleare non sono informato, mi va anche bene
avere una centrale vicino (in slovenia) purché non la gestiscano
"all'italiana".

amefad
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Re: lezioni dal referendum

Stefano Costa
Il giorno Tue, 14/06/2011 alle 17.28 +0200, Amedeo Fadini ha scritto:

> Oh intendiamoci, io sul nucleare non sono informato, mi va anche bene
> avere una centrale vicino (in slovenia) purché non la gestiscano
> "all'italiana".

Ve la prendete se vi dico che siete completamente off-topic?

Intendiamoci: lo spunto iniziale "referendum sui beni comuni; il
software libero è un bene comune" mi è sembrato interessante. Ma forse
merita di essere discusso in un altro contesto.

Ciao,
steko

--
Stefano Costa
http://www.iosa.it/ Open Archaeology

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Re: lezioni dal referendum

luca.casagrande@gmail.com
Il 14 giugno 2011 17:40, Stefano Costa <[hidden email]> ha scritto:

> Il giorno Tue, 14/06/2011 alle 17.28 +0200, Amedeo Fadini ha scritto:
>
>> Oh intendiamoci, io sul nucleare non sono informato, mi va anche bene
>> avere una centrale vicino (in slovenia) purché non la gestiscano
>> "all'italiana".
>
> Ve la prendete se vi dico che siete completamente off-topic?
>
> Intendiamoci: lo spunto iniziale "referendum sui beni comuni; il
> software libero è un bene comune" mi è sembrato interessante. Ma forse
> merita di essere discusso in un altro contesto.

92 minuti di applausi (cit.)

Ciao
L.


--
Luca Casagrande
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Re: lezioni dal referendum

Christian Bazzucchi
In reply to this post by Stefano Costa
io penso che un bene comune possa essere tranquillamente gestito da
privati, molto meglio anzi che da un amminstrazione pubblica....
E I DATI MI COSANO :P
cmq si, lo spunto era interessante, e i dati geografici andrebbero
tranquillamente resi disponibili come l'acqua... però poi non è che ci
cacciano tutti e fanno un servizio statale centralizzato di
distribuzione dei dati? ehehhehe


Il 14 giugno 2011 17:40, Stefano Costa <[hidden email]> ha scritto:

> Il giorno Tue, 14/06/2011 alle 17.28 +0200, Amedeo Fadini ha scritto:
>
>> Oh intendiamoci, io sul nucleare non sono informato, mi va anche bene
>> avere una centrale vicino (in slovenia) purché non la gestiscano
>> "all'italiana".
>
> Ve la prendete se vi dico che siete completamente off-topic?
>
> Intendiamoci: lo spunto iniziale "referendum sui beni comuni; il
> software libero è un bene comune" mi è sembrato interessante. Ma forse
> merita di essere discusso in un altro contesto.
>
> Ciao,
> steko
>
> --
> Stefano Costa
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Re: lezioni dal referendum

mando
In reply to this post by amefad
>Oh intendiamoci, io sul nucleare non sono informato, mi va anche bene
>avere una centrale vicino (in slovenia) purché non la gestiscano
>"all'italiana".

T' (amefad) rid, con la gestione all'italiana!! eheheh!

Cmq con i prodotti FOSS al momento più che una disinformazione a fare male, è sopratutto una "ignoranza" da parte di chi invece dovrebbe conoscere un minimo lo strumento che fa tanto male.

Per esempio, non è possibile far vedere ad un tecnico informatico del comune, che lavora da 4 mesi su uno script in visual basic per far girare dei join tra dbf e arcZiz, 3 e dico 3 secondi di spatialite e Qgis e quello ti risponde: noooo....ma è vero? Mai sentito che esiste sta roba...eh...ma io ormai so fare con visualbasic del '93 non posso mettermi a studiare altro... noi dobbiamo pensare a fare le cose pratiche che servono tutti i giorni, non come fai te che cerchi di capire come diventeranno nel FUTURO!!....

Quindi che dire...io sono un forte sostenitore dell'arrivare al popolo, perchè se arrivi al popolo, allora hai beccato pure la società civile. Nel + sta anche il -. Quindi viva il mio babbo che spatacca con linux!!!

Come direbbe Cangini, il futuro sono i vecchi, che spirullano e poi ci imparano ai nipotini.
Quindi io faccio diventare linux addicted mio babbo e poi lui al nipote ci farà le lezioni di linux!!

Ciao

luca

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Re: lezioni dal referendum

Piz
In reply to this post by Patti Giuseppe
hmmm... 25 milioni di persone disinformate?
è pur sempre un risultato notevole

ma non penso che continuare a presentare il software libero come roba da ragazzetti smanettoni, oppure Openstreetmap come un passatempo per pensionati riuscirà ad ottenere lo stesso risultato dei referendum

saluti
Roberto





~~~~~~~~~~~~~ quote of the day ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
"All those moments will be lost in time, like tears in rain"
                         (Roy Batty - "Blade Runner")


In data martedì 14 giugno 2011 14:42:30, Patti Giuseppe ha scritto:

> L'unica lezione che traggo da questo referendum è che una campagna di
> disinformazione ben organizzata a favore o contro un qualunque tema a
> caso, in un contesto favorevole, può produrre effetti inaspettati.
> Probabilmente se andassimo in giro a dire per mesi e mesi e con una
> certa convinzione che usare GFOSS elimina il problema dei peli
> superflui, avremmo più probabilità di usare la spinta popolare che ne
> deriverebbe per convincere un Ente ad andare in questa direzione, di
> quante non se ne abbiano usando le argomentazioni tecniche, economiche e
> perché no, anche politico-amministrative che di solito vengono addotte
> (salvo rarissimi e virtuosi casi).
>
> My 2 c
>
> Il 14/06/2011 11:13, piz ha scritto:
> > non penso che la vittoria da celebrare sia quella per il si
> > Penso che con questi referendum abbia vinto la "partecipazione", sia di chi ha voluto dire si, sia di chi ha voluto dire no
> >
> > Lo dico anche come autocritica, partecipare è un modo semplice ed immediato per mantenere i dati, il software, l'acqua, ... nell'insieme dei beni gestiti dalla comunità. Se questa sia un "popolo ameboide" o una "società civiloide" dipende tutto dalle persone che la compongono.
> >
> > saluti
> > Roberto
> >
> >
> >
> >
> >
> > ~~~~~~~~~~~~~ quote of the day ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
> > "it strikes me profoundly that the world is more often
> >   than not a bad and cruel place"
> > (Bret Easton Ellis - Pat Bateman "American Psycho")
> >
> >
> > In data lunedì 13 giugno 2011 18:27:04, G. Allegri ha scritto:
> >> Adesso la cosa più difficile è passare da "popolo" a "società civile". Il
> >> popolo è troppo spesso un soggetto massivo, la società civile è un insieme
> >> di persone capaci di vedere il bene comune come il bene per ognuno (e non
> >> genericamente di tutti, che spesso vuol dire di nessuno!)... Non è facile
> >> trovare esempi di questo tipo a giro, ma spero vivamente che questo sia il
> >> corso della storia, senza ideologie e partitismi.
> >>
> >> Giovanni
> >>
> >>
> >>
> >> Il giorno 13 giugno 2011 18:05, Paolo Cavallini<[hidden email]>  ha
> >> scritto:
> >>
> >>> Salve.
> >>> Secondo me la vittoria dei si ai referendum ci insegna qualcosa:
> >>> - il popolo si interessa ai beni comuni, molto piu' di quanto ci si aspetti
> >>> - i referenti politici sono inefficienti, e poco collegati al popolo
> >>> stesso.
> >>> Secondo me queste sono buone notizie per GFOSS.it, e c'e' da farne tesoro.
> >>> La nostra
> >>> opera per la difesa dello status di bene pubblico per il software libero
> >>> assomiglia
> >>> molto a quella per l'acqua. Non sto dicendo che dobbiamo fare un referendum
> >>> anche
> >>> noi, ovviamente, ma che dobbiamo far conoscere meglio le nostre motivazioni
> >>> al
> >>> popolo, anche al di fuori della cerchia di specialisti, perche' quello di
> >>> cui
> >>> parliamo e' importante per tutti.
> >>> Pareri?
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Re: lezioni dal referendum

pcav
In reply to this post by mando
Il 14/06/2011 17:48, Luca Mandolesi ha scritto:
> Quindi che dire...io sono un forte sostenitore dell'arrivare al popolo, perchè se
> arrivi al popolo, allora hai beccato pure la società civile. Nel + sta anche il -.

Ecco.
Quindi, la prossima domanda: come fare a potenziare la nostra comunicazione verso il
popolo? Secondo me la geografia interessa tutti, non solo un manipolo di specialisti.
Qualche anno fa il nostro responsabile della comunicazione, molto attivo (Andrea
'pibinko' Giacomelli) era riuscito a farci parlare alle radio e in mille altre
occasioni (e forse non l'avevamo capito tutti fino in fondo). Ora abbiamo perso lo
slancio, chi ci aiuta a ritrovarlo?
Saluti.
--
Paolo Cavallini: http://www.faunalia.it/pc
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Re: lezioni dal referendum

Stefano Costa
Il giorno Tue, 14/06/2011 alle 19.45 +0200, Paolo Cavallini ha scritto:
> Qualche anno fa il nostro responsabile della comunicazione, molto
> attivo (Andrea 'pibinko' Giacomelli) era riuscito a farci parlare alle
> radio e in mille altre occasioni (e forse non l'avevamo capito tutti
> fino in fondo). Ora abbiamo perso lo slancio, chi ci aiuta a
> ritrovarlo?

Forse iniziare ad avere di nuovo un responsabile della comunicazione
potrebbe essere un primo passo. Un volontario, si intende. Che però
dovrebbe avere accesso facile a rimborsi spese per telefonate e qualche
viaggio, IMHO. E magari ci renderemo conto che si può anche pagare
qualcuno per farlo, se è importante quanto lo sviluppo di software e la
disponibilità di dati.

Il mese scorso alla conferenza LAPSI mi hanno chiesto "qual'è la cosa
più importante da fare nell'Unione Europea per i dati pubblici?" e io ho
risposto "data literacy". Penso che senza quella i dati e il software
siano destinati a essere poco rilevanti nello sviluppo sociale ed
economico.

Ciao,
steko

--
Stefano Costa
http://www.iosa.it/ Open Archaeology

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Re: lezioni dal referendum

aborruso
Administrator
Ciao steko,
Stefano Costa wrote
Il mese scorso alla conferenza LAPSI mi hanno chiesto "qual'è la cosa
più importante da fare nell'Unione Europea per i dati pubblici?" e io ho
risposto "data literacy". Penso che senza quella i dati e il software
siano destinati a essere poco rilevanti nello sviluppo sociale ed
economico.
mi hai fatto pensare a "We don’t need data, we need stories":
http://bit.ly/kWXJ3G

Il post in question è un po' off-topic, ma anche quello fatto da Skobbler è sforzo di uso e "ottimizzazione" della comunicazione.

Buona serata,

a
Andrea Borruso

----------------------------------------------------
twitter: https://twitter.com/aborruso
website: https://medium.com/tantotanto
38° 7' 48" N, 13° 21' 9" E
----------------------------------------------------
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Re: lezioni dal referendum

Maurizio Napolitano-2
> mi hai fatto pensare a "We don’t need data, we need stories":
> http://bit.ly/kWXJ3G

su questo posso dire "Io c'ero" :)
Il discorso di Chris Osborne
Fantastico
Lo ha fatto sulla serie di video che ha prodotto ITO World  (l'azienda
per cui lavora)


> Il post in question è un po' off-topic, ma anche quello fatto da Skobbler è
> sforzo di uso e "ottimizzazione" della comunicazione.

IMHO: tutto il thread e' off topic :)
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Re: lezioni dal referendum

pcav
Il giorno mar, 14/06/2011 alle 21.52 +0200, Maurizio Napolitano ha
scritto:
> IMHO: tutto il thread e' off topic :)

La discussione e' su come far sapere agli italiani che GFOSS e' un bene
comune, come strategia per la sua diffusione e consolidamento. I
referendum erano solo lo spunto di partenza.
A me non pare OT.
Saluti.
--
Paolo Cavallini: http://www.faunalia.it/pc

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Re: lezioni dal referendum

Maurizio Napolitano-2
Il 06/15/2011 01:50 PM, Paolo Cavallini ha scritto:
> Il giorno mar, 14/06/2011 alle 21.52 +0200, Maurizio Napolitano ha
> scritto:
>> IMHO: tutto il thread e' off topic :)
>
> La discussione e' su come far sapere agli italiani che GFOSS e' un bene
> comune, come strategia per la sua diffusione e consolidamento. I
> referendum erano solo lo spunto di partenza.
> A me non pare OT.

Alcune volte penso che alcune discussioni siamo piu' in generale su
tematiche legate al software libero e/o comunque al movimento "open".
Discussioni che fanno diventare la "G" di GFOSS molto piu' piccola, che
puo' anche sparire, assieme magari anche alle "S".

Vedo un insieme piu' grande di quello che e' il "GEO", argomenti che
trovano spazio in molte altre ML orientate al software, ai contenuti ...
alla conoscenza aperta.
ripeto: spatial is not special
Quindi mi sta bene la tua affermazione
"La discussione e' su come far sapere agli italiani che GFOSS e' un bene
comune"
ma cambierei la frase
"La discussione e' su come far sapere agli italiani che il software
libero e' un bene comune"

Ora pero' io sono uscito totalmente dal topic, ergo, mi fermo qui (o
cambio topic).

Ciao

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